Nuovo appuntamento con la rubrica di Videocittà dedicata agli abruzzesi famosi nel mondo. Dopo Bruno Sammartino, John Fante, Dean Martin, Giulio Mazzarino ed Alfredo Cohen oggi vi facciamo conoscere la storia di Corradino D’Ascanio, ingegnere e progettista ma soprattutto, grande visionario a cui si deve l’invenzione di diversi prototipi e che viene meritatamente ricordato come il padre della Vespa Piaggio.
Corradino D’Ascanio nasce il 1 febbraio del 1891 a Popoli, figlio di Giacomo e Anna De Michele. La sua casa si trova nel centro storico del comune pescarese lungo corso Vittorio Emanuele. Già da giovanissimo il suo interesse è rivolto verso l’aeronautica, “materia” tutt’altro che semplice e che anche in campo scientifico sembra ancora muoversi in ambito pioneristico. Nel 1906, poco più che sedicenne è affascinato dagli studi dei fratelli Wright, progetta una sorta di deltaplano che si diverte a far volare tra le colline del paese natio.
Successivamente per i suoi studi si sposta a Chieti dove nel 1909 si diploma presso il Regio Istituto Tecnico “Ferdinando Galiani”. Il bisogno di perfezionare le sue competenze lo porta lontano dall’Abruzzo ed al Politecnico di Torino, dove D’Ascanio si laurea in Ingegneria Industriale. La Grande Guerra è alle porte ed il neo laureato D’Ascanio si arruola da volontario nell’Arma del Genio nella divisione “Battaglione Aviatori” della città di Torino, dove viene assegnato al collaudo dei motori. Nominato, in seguito, sottotenente di complemento del Genio, il 21 marzo 1915 si occupa della prima installazione di una stazione radio a bordo di un veicolo. In seguito, viene inviato in Francia per scegliere un motore rotativo da produrre in Italia.
Poco prima dello scoppio della guerra D’Ascanio segue un breve corso di pilotaggio per Maurice Farman MF 1914, conclusosi senza il conseguimento del brevetto a causa dei molteplici impegni che lo assorbono. In seguito, viene destinato al fronte per occuparsi della manutenzione e sorveglianza del materiale assegnato alle squadriglie di volo: qui si occupa della modifica di circa 40 biplani Caudron che con il freddo vengono bloccati a terra dal congelamento dell’olio lubrificante. Nel 1916 viene congedato temporaneamente e assegnato all’Ufficio Tecnico della Società per costruzioni aeronautiche Pomilio.
Nel 1917 Corradino torna a Popoli e si lega a Paola Paolini: anche in questa occasione dimostra la sua grande inventiva: volendo comunicare con la sua fidanzata, durante i brevi periodi di licenza a Popoli, installa due telefoni a batteria, uno in casa sua e uno in casa di Paolina, e li collega alla rete elettrica comunale di illuminazione che eroga tensione nelle sole ore notturne. Corradino e Paolina si sposano e dalla loro unione nascono Giacomo nel 1922 e Giorgio nel 1927.
D’Ascanio, la cui la passione per il volo è fortissima progetta diversi prototipi di elicotteri e macchine volanti, ma in quest’articolo vogliamo parlarvi soprattutto di come dal suo genio nasce la Vespa, autentica icona italiana nel mondo. Nel 1945 l’Italia si trova a che fare con i ruderi e le macerie del secondo, devastante, conflitto bellico. Il tessuto economico è stravolto e le industrie sono in ginocchio. Anche la Piaggio è alle prese con tanti problemi tra cui quello della riconversione degli stabilimenti: Enrico Piaggio però non è tipo da arrendersi e nella sua mente nasce l’idea di un nuovo motociclo, a basso costo ed accessibile a tutti. Inizialmente la progettazione viene affidata all’ingegner Renzo Spolti che realizza il Piaggio “Paperino”. Il motociclo però non convince Piaggio che nell’estate del 1945 si rivolge a Corradino.
D’Ascanio non ama però le motociclette: non se n’è mai occupato dal punto di vista costruttivo e questo veicolo non lo affascina di certo. Tuttavia questo suo modo di vedere “diverso” lo spinge ad ideare un mezzo adatto a chi non è mai salito su una motocicletta e a chi non è pratico per la guida difficile. Il primo modello di Vespa, la 98, fa la sua comparsa ufficiale nel 1946 quando viene esposto al Salone del Ciclo e Motociclo di Milano dove raccoglie uno strepitoso successo. Insieme alla Lambretta, che vede la luce l’anno seguente, la Vespa cambia radicalmente lo stile di vita degli italiani divenendo il simbolo del nuovo miracolo economico.
La nuova motociclette diventa subito un fenomeno commerciale e di costume influenzando anche il cinema ed i mass media, incarnando un’idea di libertà ed indipendenza ma anche un simbolo dell’impareggiabile stile di vita italiano. Chi non conosce le celebri scene del film “Vacanze Romane” del 1953, che vedono Audrey Hepburn e Gregory Peck in sella ad una vespa girare tra il Colosseo e le strade della Città Eterna. Un successo mondiale che non si arresta visto che oggi sono oltre 18 milioni le Vespa prodotte per i clienti di tutto il mondo.
Negli anni ’60 D’Ascanio si trasferisce per lavoro a Pisa insegnando Meccanica e Disegno Industriale all’università. Muore il 5 agosto 1984 e venne sepolto a Popoli nel cimitero comunale nella tomba di famiglia: la sua città gli ha dedicato una strada e un museo sorto nella casa natale.
.Simone Cortese