L’acqua, elemento essenziale alla vita, diventa anche protagonista di una controversia che coinvolge l’azienda Happy Water e il Comune di Lanciano. Le cinque casette dell’acqua, sinora presenti nel territorio, sono state, nei mesi scorsi, oggetto di dibattito dopo la sospensione del servizio da parte dell’azienda.
Happy Water, società che gestisce oltre 50 case dell’acqua in Abruzzo e Molise, ha preso una netta posizione riguardo alla diffida inviata dal Comune di Lanciano. Il sindaco Filippo Paolini ha spiegato che la diffida è stata emessa principalmente per il mancato pagamento di una somma di 4.034,80 euro relativa agli incassi degli anni 2019 e 2020, oltre alla mancata trasmissione dei dati finanziari relativi agli incassi fino a novembre 2023, scadenza contrattuale.
Tuttavia, Happy Water respinge l’accusa di morosità, sostenendo di aver raggiunto un accordo informale con il dirigente del settore ambiente del Comune, il quale avrebbe sospeso temporaneamente le condizioni di pagamento a causa di problemi riscontrati nel 2019. Questi accordi, però, sono stati stravolti dopo il pensionamento del dirigente, senza una previa rimodulazione contrattuale.
L’azienda sottolinea che durante il periodo in questione ha subito numerosi furti sul territorio lancianese, documentati tramite denunce ufficiali, che hanno inciso sugli incassi. Inoltre, chiede di considerare il periodo critico della pandemia, durante il quale ha richiesto la sospensione del servizio, e l’aumento dei costi energetici e del CO2 degli ultimi anni.
La decisione di sospendere il servizio e smantellare le casette dell’acqua è stata presa come risposta alla mancanza di una nuova intesa contrattuale e al mancato riconoscimento delle difficoltà incontrate da parte dell’amministrazione comunale.
Happy Water si è sempre mostrata disponibile a ripristinare il servizio e a effettuare il pagamento richiesto, pur mantenendo le proprie posizioni riguardo alla rimodulazione contrattuale.