Le Festività Natalizie sono ormai nel vivo, ma prima della Squilla c’è un altro momento particolarmente caro per la devozione dei lancianesi. Il giorno del 13 dicembre secondo il calendario cristiano è dedicato al culto di Santa Lucia. La storia della giovane martire siracusana è molto simile a quelli di tanti santi e ricca di episodi buoni a raccontarne l’agiografia. Ella morì durante le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano, “colpevole” di voler rispettare il suo voto di castità verso Cristo, e di rifiutarsi, anche dopo numerose torture, di andare in sposa ad un pagano.
L’iconografia la ritrae con in mano i suoi occhi, ma in realtà privo di ogni fondamento e assente nelle molteplici narrazioni e tradizioni, almeno fino al secolo XV, è l’episodio in cui Lucia si sarebbe strappata, o le avrebbero cavato gli occhi.
L’emblema degli occhi sulla coppa, o sul piatto, sarebbe da ricollegarsi, più semplicemente, con la devozione popolare che l’ha sempre invocata protettrice della vista a motivo dell’etimologia del suo nome dal latino “lux”, luce. A Lanciano è a lei dedicata un’antica chiesa eretta secondo le fonti, nel 1250 sul sito di un tempio pagano dedicato a Giunone Lucina, la dea che secondo Ovidio aiutava le donne a dare a partorire ed, a dare “alla luce” i propri figli. All’interno della chiesa,tra opere d’arte ed apparati scultorei, si conserva anche la statua della santa opera del maestro Domenico Renzetti e risalente al XVIII secolo che veniva portata in processione tra le vie del quartiere Borgo.
In città, in questo giorno si usa dopo la messa distribuire dei piccoli panini arrotolati detti “gli occhi di Santa Lucia” che vengono mangiati per il loro presunto potere apotropaico e taumaturgico di proteggere la vista, ma anche e semplicemente per devozione.
Fino a non molti anni fa a questa festa era associato un piccolo mercato al quale partecipavano venditori di animali, commercianti di tessuti e panni in lana ma soprattutto artigiani che scolpivano i pastori per il presepe, per chi magari non aveva ancora completato la propria rappresentazione casalinga della Natività. Una tradizione questa che purttroppo dopo alcuni tentativi da parte dei commercianti locali, si è persa, anch’essa “divorata” dal vortice frenetico della modernità. Il programma di quest’anno, oltre alle consuete messe prevede alle 21, un concerto con il trombone Aldo Caterina ed il pianista Giovanni Sabella.
.Simone Cortese