Il pittore statunitense Robert Henri, figura guida e di spicco del Realismo americano, diceva che, “L’arte non si può separare dalla vita, perchè è l’espressione della più grande necessità della quale la vita è capace.” Ci sono vita, arte, passione e sensibilità in “Tracce di Lei” la mostra che Sara, Giulia e Guglielmo Lanza hanno voluto organizzare per ricordare la loro madre Giuseppina Palazzoli.
Le maestose arcate del Diocleziano hanno ospitato fino a domenica 17 settembre una vasta personale della professoressa che oltre all’insegnamento di Lingua e Letteratura Inglese al “Da Vinci” di Lanciano, ha fatto della pittura uno degli interessi e degli amori che hanno animato la sua vita.
Dagli antichi profili delle chiese e degli edifici del centro storico, che richiamano la nostalgia dell’infanzia, vissuta dall’artista in un casa antistante la chiesa di Santa Maria Maggiore, a quelli dolci e pacifici del mare, delle spiagge e delle barche che guardano verso l’orizzonte come in attesa di una risposta, un cenno, un segno che il mare, maestoso e misterioso, sa dare solo a chi riesce a scrutare nel profondo i suoi abbissi ed i suoi simboli.
Così le ninfee, amatissime dalla professoressa Palazzoli da essere sempre presenti nel suo giardino. Un pò come Claude Monet, padre spirituale del movimento impressionista, l’artista ha ritratto le foglie ed i fiori luminosi ed eterei di una pianta che da un illusorio senso di perfezione e risveglia in che le ammira una sensazione di grande bellezza.
Bellezza, amore e gioia di vivere traspaiono dalle tele ed al tempo stesso ci parlano della vita, delle inclinazioni e della vivacità culturale e spirituale di una donna che ha lasciato, indelebile, un forte segno non solo nei figli e nella famiglia, ma anche nelle tante persone che, conoscendola ed apprezzandola in vita, hanno visitato la mostra e voluto rapportarsi alla sua produzione pittorica ed alla “traccia di sè” che attraverso le forme ed i significati dell’arte, trascendono dall’esistenza stessa di chi le ha create.
- Simone Cortese