«Un malato inguaribile non è un malato incurabile», è questo il pensiero scolpito nella mente che ha accompagnato la carriera lavorativa del dottor Pier Paolo Carinci, in pensione dal 1° dicembre 2023, dopo 42 anni di densa carriera.
Laureato con lode nel 1986 all’università di Siena, si è specializzato in Anestesia, Rianimazione e Terapia del dolore all’università dell’Aquila nel 2001 e fino al 2008 è stato dirigente medico nel reparto di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Renzetti di Lanciano. Dal 2008 è diventato poi responsabile di Unità operativa aziendale della Asl Lanciano Vasto Chieti di Cure Palliative – Hospice – Nad. E se nel 2011 a Lanciano è nato l’hospice Alba Chiara, fiore all’occhiello della sanità locale, lo dobbiamo a lui, alla sua tenacia, preparazione e lungimiranza. È stato infatti tra i primi a credere nella forza della terapia del dolore e nella necessità di avere una struttura che, con competenza e amore, accompagnasse i malati e le loro famiglie nella fase terminale della malattia e della vita.
Ma non sono le quasi dieci pagine di curriculum dense di studi, master, approfondimenti e corsi a parlarci della sua carriera, quanto la sua straordinaria disponibilità e discreta amorevolezza. Sono questi i segni caratteristici del dottor Carinci e dell’uomo Pier Paolo che maggiormente riescono a dirci chi sia stato e cosa abbia rappresentato in questi 42 anni per la sanità locale.
Dal 2011 è diventato direttore dell’hospice Alba Chiara di Lanciano e dal 2013 anche di quello di Torrevecchia Teatina. Un ruolo che non ha mai ricoperto in camice da dietro una scrivania, ma sempre in prima linea, aiutando chi aveva più bisogno senza mai tirarsi indietro o risparmiarsi. E l’ha fatto senza fermarsi alla medicina tradizionale ma guardando al futuro, con il progetto dell’ortoterapia, i murales, gli incontri tematici e i restauri degli affreschi nella struttura di via Belvedere di Lanciano.
Se il chirurgo è colui che opera, fattivamente, sul problema, l’anestesista è chi, con cura, precisione e attenzione, segue il malato durante gli interventi e, nel caso della terapia del dolore, lo accompagna silenziosamente cercando di alleviare le sue pene. Per la nostra comunità, il dottor Carinci è stato proprio questo; colui che amorevolmente, con preparazione e discrezione, ha accompagnato i malati nei momenti più duri cercando di essere un sollievo anche per le loro famiglie. La nostra zoppicante sanità, dal 1° dicembre, perde un valido punto di riferimento che ha fatto di competenza, passione e delicatezza basi solide su cui poggiare 42 anni di brillante carriera.
- Martina Luciani