In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, il 22 marzo, Cittadinanzattiva analizza i dati che riguardano la regione Abruzzo.
Nel 2022 la bolletta idrica di una famiglia abruzzese ammonta a 454€, con un consumo di 192 mc l’anno, una spesa che, seppur abbia subito un incremento del 7,8% rispetto al 2021, resta comunque al di sotto della media nazionale, che si attesta a 487€.
Si tratta di aumenti che si sono verificati in tutti i capoluoghi di provincia italiani, ad eccezione di Forlì-Cesena che registra una piccola diminuzione dello 0,6%. Per avere un’idea, ecco qualche dato nazionale: l’incremento supera il 20% a Bolzano (+26,3%), Savona (+25,5%) e Trento (+21%); oltre il 10% in altri dodici capoluoghi, ossia Milano, Belluno, Sondrio, Como, Novara, Verbania, Chieti, Pescara, Pavia, Cremona, Catania, Messina. Frosinone resta in testa alla classifica dei capoluoghi più cari con una spesa media annuale di 883€ (in aumento del 4,2% rispetto al 2021), mentre Isernia conquista la palma di più economico con 174€.
Oltre che tra le regioni, evidenti differenze di spesa continuano ad esistere anche all’interno degli stessi territori: in Abruzzo, si va dai 535€ dell’Aquila ai 418€ di Chieti e Pescara, passando per i 435€ di Teramo.
La fotografia che emerge dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, che ha preso in esame le tariffe per il servizio idrico integrato applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2022 in riferimento ad una famiglia tipo composta da 3 persone un consumo annuo di 192 metri cubi, mostra come con un uso più consapevole e razionale di acqua una famiglia abruzzese risparmierebbe più di 100€ l’anno.
Riguardo i dati sulla dispersione idrica emerge che a livello nazionale va dispersa il 42% dell’acqua immessa, con evidenti differenze fra le singole regioni e anche fra i singoli capoluoghi della stessa Regione. In Abruzzo, nella provincia dell’Aquila si disperde circa il 68% della risorsa idrica, a Teramo il 41%. Nel solo comune di Chieti quasi il 72%.
Beatrice Tomassi