Lo scorso 12 febbraio con una lettera inviata alla parocchia di San Leucio ed a monsignor Bruno Forte, arcivescovo metropolita della diocesi di Chieti-Vasto, Vincenzo Cimone, priore della Compagnia di San Giuseppe chiedeva di poter usufruire della chiesa di San Giovanni ad Atessa, visto che l’associazione risulta sprovvista di un luogo di culto e che la chiesa di San Giovanni Battista si trova in stato di abbandono e incuria.
La risposta dell’arcidiocesi, arrivata con una lettera vergata dal vicario generale dell’Arcidiocesi di Chieti-Vasto non è stata però positiva visto che l’attività della Compagnia di San Giuseppe non risulta autorizzata dall’arciodiocesi stessa e che il sodalizio non risulta avere personalità giuridica civilmente riconosciuta per poter usufruire la chiesa di San Giuseppe che resterebbe comunque in carica alla parrocchia del territorio su cui sorge.
“Sembra proprio – ha commentato con rammarico la Compagnia di San Giuseppe – che la Chiesa, e ciò non rappresenta una novità, voglia essere assolutamente ecumenica e aperta a tutti oggi, tranne a quelli, tra i suoi fedeli, che desiderano conservare le più profonde tradizioni liturgiche. Sua Eccellenza monsignor Bruno Forte, ci spieghi perché nella nostra arcidiocesi è vietato celebrare la messa tridentina, specialmente ad Atessa, nonostante quello che è scrotto nel codice di diritto canonico”.
. Simone Cortese