CHIETI- Negativa la valutazione del Comitato ristretto dei sindaci sui risultati aziendali e sugli obiettivi conseguiti dal direttore della Asl2 Thomas Schael per il 2022.
In una nota diramata dal comitato, infatti, si legge : “L’anno scorso a testimonianza dell’assenza di pregiudizi di qualsiasi natura, avevamo emesso un giudizio positivo, ma condizionato alla risoluzione di criticità che sono rimaste tali e che non possono essere sottaciute, né ignorate, alla luce anche delle tante lamentele raccolte tra i sindaci della provincia di Chieti”.
Un giudizio del tutto negativo
Per il comitato, dunque, non c’è stato alcun cambio di passo come attesta anche il giudizio della Corte dei conti che nella sua ultima relazione afferma che “l’Abruzzo è fra le poche regioni d’Italia che ha speso molto sugli ospedali, senza elevare servizi giudicati scarsi”. “Chieti conferma questa tendenza e il nostro giudizio non può essere positivo” cosi il presidente Diego Ferrara con i sindaci Francesco Menna, Giulio Borrelli, Massimo Tiberini e Leo Castiglione che compongono il Comitato.
I dati preoccupanti
Preoccupa il passivo che la Asl sta accumulando. Nel “Rendiconto 2022” il passivo totale delle Asl abruzzesi passa da 72.145.213 euro del 2021, al dato provvisorio, in attesa dell’approvazione del bilancio consolidato della Regione, di – 169.590.509 relativo al 2022, di cui 27.368.376 euro sono a carico della Asl di Chieti.
Altra preoccupazione è data dalla mobilità passiva che lo scorso anno ha registrato il maggior saldo negativo tra tutte le ASL abruzzesi (circa 35 milioni di euro). Saldo confermato anche per il 2022.
C’è, inoltre, il mancato raggiungimento degli obiettivi di recupero delle liste di attesa
Nessun risultato concreto nemmeno sulla più volte annunciata reingegnerizzazione della rete ospedaliera.
Inerzia anche sulle aree interne. I sindaci delle aree disagiate e aree interne, stanno ancora attendendo la messa in funzione delle case di comunità.
Ultimo, ma non residuale punto, la scarsa capacità di ascolto del manager. Già nel giudizio espresso lo scorso anno, il Comitato dei sindaci aveva avuto modo di mettere in evidenza “gli aspetti caratteriali del Direttore generale che spesso creano tensioni e incomprensioni con gli amministratori locali. Quest’anno – continua la nota- si deve constatare che le tensioni hanno riguardato anche i primari dell’azienda che dirige, per la poca o inesistente condivisione di scelte strategiche con la dirigenza medica dell’ospedale di Chieti, soprattutto con la parte universitaria e decisioni non rispondenti alle reali esigenze assistenziali e universitarie e tale da mettere a rischio la persistenza della clinica universitaria, nonché quella dell’Ateneo nel capoluogo, che non è residuale e non può essere messa in discussione senza creare un danno enorme al territorio e alle sue istituzioni che restano e non sono protempore come lo è un dirigente di azienda”.
Daniela Cesarii