Tempo di squilla estiva per Lanciano e per il Liceo scientifico Galileo Galilei. La solenne tradizione lancianese, celebrata ogni 23 dicembre, è diventata l’autentica protagonista in occasione dell’ultima opera realizzata da Nicola Di Totto, in arte 2Neko. Il lavoro concluso rientra nel progetto MuriParlanti-TalkingWalls 3.0, promosso nell’ambito Azione ProvincEgiovani 2021 e finanziato dal Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale, che vede la Provincia di Chieti quale partner trainante dell’asse composto da Pro loco UNPLI Chieti, ISS VEMA Lanciano con i ragazzi del Liceo Classico e Liceo Artistico e Picsat Abruzzo, senza tralasciare il prezioso, nonché determinante contributo dei giovani partecipanti nella street art.
Un murales che prende l’eco storico de “La Squijje” e lo presenta al pubblico in tutta la sua moderna originalità: dal movimento delicato della ballerina che sembra scandire l’esatto momento in cui la campanella risuona dalla Torre Civica di Lanciano, alla gonna a forma di campana arricchita con un richiamo alla convivialità tra parenti.
2Neko ha aggiunto: “Con il progetto MURI PARLANTI – TALKING WALLS 3.0, siamo riusciti a portare in 4 istituti della provincia di Chieti questo percorso artistico, coinvolgendo più di 100 ragazzi (25 per istituto), spiegando l’arte di strada e facendogli realizzare dei graffiti sulle pareti delle loro scuole.
Per il mio murales realizzato su una parete del Liceo Scientifico G. Galilei, ho sintetizzato una mia visione della Squilla, una tradizione molto cara a noi Lancianesi, che mi ha assorbito in mesi di progettazione e dubbi, su come poter trasformare un disegno in una poesia.
L’opera dal titolo LA SQUIJJE, rappresenta una ballerina che scandisce il tempo con le sue lunghe braccia, indicando il momento esatto in cui la campanella comincia a suonare. La gonna invece è una grande campana, fatta da tante finestre gialle, che indicano le case piene di parenti che si scambiano gli auguri.
Ho scelto di modificare il numero 4 che, anziché scriverlo normalmente IV in romano, lo trasformato in quattro colonne con un tetto a rappresentare una casa con una famiglia, posizionato al centro del muro per dargli maggiore importanza in fase di lettura dell’opera”.
- Dennis Spinelli