Nuovo consueto appuntamento su Musica Essenziale in salsa urban, in compagnia di Mari Zi. Dall’emancipazione femminile ai tratti peculiari del genere, passando attraverso un percorso multiculturale e variegato, dove la musica riesce ad amalgamarsi con il vissuto oltre oceano, le premesse sembrano raccontare tanto dei temi promossi dalla nuova corrente, ma conosciamola meglio.
Mari Zi è un’artista peruviana con oltre 15 anni di esperienza, nata nel dipartimento di Ica (Perù). Fin dai suoi inizi, ha avuto influenze musicali come il valzer creolo e la musica afro-peruviana. Crescendo, ha scoperto la sua passione per il genere urbano, che le ha permesso di essere una pioniera nella fusione della musica peruviana con quella urbana. Questo successo le ha aperto le porte in tutto il Perù e all’estero (Cile, Ecuador, Bolivia, Argentina, Stati Uniti, Spagna, Italia tra cui Lanciano).
Oggi è una rappresentante femminile peruviana del genere urbano: ha aperto il concerto di Daddy Yankee in Perù; consegnato un premio riconosciuto all’artista di livello mondiale Nati Natasha, rinomata insegnante di canto che in Perù ha formato numerosi artisti. Attualmente Mari Zi ha realizzato 4 album in cui continua a mantenere la forza e l’emancipazione femminile. Lavora anche come artista manager, produttrice di eventi, promotrice e direttrice della sua scuola di musica (EFAM).
Ciao e benvenuta, come stai?
Bene, contenta, emozionata per questo tour che sto facendo. A livello professionale è il miglior momento della mia vita.
Tanti riconoscimenti, eppure hai dovuto affrontare un bel percorso di crescita: vuoi raccontarci come nasce la tua passione per la musica e i primi esordi?
La mia passione per la musica nasce attorno ai 4-5 anni. Mia zia, la sorella di mia mamma, veniva spesso a trovarci a casa e le piaceva cantare canzoni creole ed era bellissimo poterla ascoltare. È in quelle giornate che ho iniziato ad amare il canto e ad appassionarmi alla musica.
Dopo la musica creola, a 9 anni ho iniziato ad ascoltare hip hop e musica urbana e dopo l’ascolto sono passata allo studio. I primi lavori sono stati con una piccola orchestra di Lima. Avevo 14-15 anni quando ho iniziato ad esibirmi di fronte ad un pubblico. Ero imbarazzata perché non capivo se stavo facendo bene, se piacevo.
E cosa si intende per musica afro peruviana, quali sono le caratteristiche e i tratti più interessanti?
La musica afro peruviana è la musica degli “afro” che vivono in Perù, questa musica viene da Ica. Io sono nata in Ica e adoro quel genere di musica. Si caratterizza per il “cajón peruano”, uno strumento a percussione a forma di scatola che viene suonato percuotendo la parte anteriore.
Ha un suono molto ritmico ed è un’espressione degli schiavi africani che volevano ballare, cantare a voce alta, sentirsi liberi. Sono sempre stata circondata dalla cultura afro peruviana, di amici afro peruviani. Mio figlio più grande è afro peruviano.
Per me questa musica è bellissima ed è anche quella che ha maggiormente influenzato la mia formazione.
Parliamo di urban, uno sguardo sulla musica mondiale ma senza dimenticare le tue origini: sperimentare sembra essere il tuo forte, raccontaci il tuo mondo
La musica urbana a mi ha catturato da subito. A 9 anni ho conosciuto il genere hip hop, una musica anti sistema, della strada, della gente che stava contro le convenzioni. Poi il rap, il trap, il reguetton. Amo i suoni, gli strumenti, la musica che regala gioia e che è espressione di qualcosa di piacevole. Attualmente sto lavorando nel rap, sia come cantante che come compositrice, ma seguo anche la crescita e la formazione vocale di artisti urbani molto riconosciuti del mio paese.
Ho avuto la possibilità di aprire il concerto di Daddy Yankee in Perù, di partecipare a festival importanti e anche di consegnare un premio alla cantante domenicana Natti Natasha in Perù.
La musica urbana è quella che va più di moda in Perù in questo momento: da Shakira a Karol G che parla dell’empowerment femminile. Per me è bellissimo vedere il successo di queste donne: mi danno la grinta per continuare a lottare per ciò che amo.
Hai visitato tante nazioni e ovviamente hai potuto collezionare numerose esperienze: ti va di darci qualche curiosità o un episodio che ricordi bene?
Grazie alla musica ho potuto viaggiare in molti paesi di Sudamerica, negli Stati Uniti e in Europa. Quando conosco nuove culture mi rendo conto che il modo di fare urbano è diverso a seconda del paese. Per esempio in Italia durante la mia permanenza a Milano e poi anche a Lanciano dove c’è una parte della mia famiglia, ho visto che amano il reggeton latino e che conoscono tantissimi artisti latinoamericani. Sono stata nel Bronx, negli Stati Uniti.
Ho conosciuto i veri rapper americani, la loro cultura. Ho ritrovato la musica che ascoltavo a casa, rendendomi conto che davvero cantano la realtà della strada. Ho visto le grafiti ed è stata per me un’esperienza meravigliosa. In Cuenca (Equador) mi hanno fatto un murale insieme ad un’altra artista “La Torita” molto conosciuta. Esperienze bellissime che ho potuto vivere solo grazie alla musica.
Mi incuriosisce il tema dell’emancipazione femminile. Oggi è chiaramente una questione molto seria e importante, credi che l’espressività sia la tua forza per veicolare un messaggio di uguaglianza?
Sì, Io sento che l’emancipazione femminile è un pezzo chiave nel genere urbano da parte di noi donne. Io mi sento una donna emancipata, ho passato cose molto difficili nella mia vita, cose molto personali che mi hanno reso una donna forte, che hanno tirato fuori la parte migliore di me.
Una donna senza freni che non ha bisogno di un uomo o di qualcuno per andare avanti. E lo dico da mamma single con due figli. L’emancipazione femminile è un ideale, una maniera di vivere. Una delle caratteristiche della musica urbana è essere reale, io cerco proprio quello, essere reale.
Una emancipata che vuole emancipare altre donne con la sua musica. Mi piace molto vedere questo genere di messaggi nella musica delle donne che fanno urbano; mi piace che venga dato questo messaggio e che si mantenga l’attenzione sull’emancipazione femminile.
Avrai anche visitato tante località, ma ti abbiamo conosciuta anche a Lanciano e nella nostra amata Regione. Cosa ti piace e come ti sei trovata qui?
Ho un amore particolare per Lanciano perché è il posto dove vive la mia famiglia, in Italia, per questo mi sento legata a questo posto. Ho avuto l’opportunità di dare lezioni sulla musica tipica del mio paese nei licei, il linguistico De Titta Fermi di Lanciano e il liceo Pantini-Pudente di Vasto.
La condivisione di culture differenti è sempre un motivo di crescita reciproca e sono rimasta favorevolmente impressionata dall’attenzione e dalla cordialità di tutti i ragazzi.
È stata un’esperienza bellissima. Così come ricorderò sempre con emozione il fatto di aver potuto cantare a Lanciano dove ho avuto modo di conoscere una giovane e talentuosa rapper, Marti Stone. Stiamo pensando ad una collaborazione. Lanciano è un posto bellissimo per vivere, ispira tranquillità, pace. Averci speso del tempo avendo vicina la mia famiglia, mia sorella, mio cognato, i miei nipoti. Ha reso tutto più bello.
Progetti futuri?
Intanto c’è l’idea di questa collaborazione con la rapper italiana. Poi uscirà una raccolta di mie canzoni mentre l’11 aprile, nel giorno del mio compleanno, lancerò una canzone per me molto speciale, accompagnata da un video del mio periodo a Lanciano.
Le riprese sono tutte opera di mia sorella: lei è un’artista fotografica, quindi il contenuto del video clip sarà fatto con le sue riprese.
È ormai una domanda di rito qui su musica essenziale: cos’è per te la musica?
La musica è la mia vita, la mia compagna, la mia catarsi. La musica è il mio motore, la mia cura, tutto. La musica mi ha curato della depressione, dei miei traumi, è il mio rifugio. La musica è la mia vita. Ringrazio Dio per avermi permesso crescere nella musica, darmi i doni, i talenti e di poter vivere facendo quello che amo.
Grazie ancora Mari Zi, a presto!
- Dennis Spinelli