Dopo i fatti accaduti nell’ultima domenica sportiva nel campionato di Prima Categoria (Girone B), il Città di Chieti ha deciso di rispondere in merito all’aggressione del tesserato Fossacesia 90, costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso. Un comunicato che vuole mettere in luce l’altra faccia della medaglia, chiarendo la posizione della società e al contempo sollevare dubbi sullo stato attuale del calcio dilettantistico.
IL COMUNICATO
Il Città di Chieti è da sempre convintamente contro ogni forma di violenza, dentro e fuori dal campo.
Lo sport deve essere ed è per noi l’espressione cristallina del talento e dei valori coltivati ed accresciuti attraverso l’impegno e il lavoro di ogni giorno. Per questo siamo sinceramente rammaricati per quanto accaduto nelle fasi finali della partita, valevole per il campionato di 1’ Categoria, sul campo del Fossacesia: un nostro tesserato si è reso protagonista di un gesto “di reazione” grave ed ingiustificabile ai danni di un avversario.
Oltre ad augurare il più rapido recupero possibile al giocatore del Fossacesia, teniamo a sottolineare come certi episodi non facciano assolutamente parte del nostro modo di intendere lo sport e il calcio.
Sono al di fuori della nostra concezione anche quando, ormai troppo spesso, veniamo accolti in alcuni impianti sportivi della provincia di Chieti con immotivata ostilità, senza lesinare insulti e minacce fino a culminare in episodi a dir poco incivili come l’aggressione fisica subita da tutto il gruppo squadra neroverde all’uscita dagli spogliatoi al termine della partita con la Casolana.
Anche a Fossacesia il clima non è stato dissimile fin dall’arrivo del Città di Chieti, con atteggiamenti di minaccia ed intimorimento verso alcuni nostri tesserati poi perpetratosi durante la gara con continui comportamenti istiganti alla violenza ed alla ricerca del contatto fisico, sistematiche ed accese proteste verso il direttore di gara e cosa ancor più grave con aggressioni sia verbali a sfondo razziale e sia fisica finanche verso il nostro mister ed alcuni tesserati seduti in panchina… il tutto mentre sugli spalti alcuni soggetti non risparmiavano neanche le donne teatine da frasi ingiuriose ed offensive.
E’ arrivato il momento di una seria riflessione da parte di tutti e che porti ciascuno, con le proprie responsabilità e con buona volontà, a rimettere al centro di questo sport la sana competizione, il divertimento e la passione, isolando ed escludendo tutte le forme di violenza verbale e fisica che nulla hanno a che fare con lo spettacolo del calcio e avvelenano pomeriggi che devono essere semmai di festa e sostegno ai propri colori.
Assicurando il nostro massimo impegno in tal senso, ci auguriamo lo stesso da parte di tutte le Società.
- Dennis Spinelli