Dopo l’annuncio di querela da parte del sig. Alberto Carlini, attuale rappresentante della società Città di Lanciano FC, l’ex patron Valeriano Palombaro rompe il silenzio e replica con un comunicato carico di dettagli e accuse circostanziate, rivendicando con fermezza la propria posizione e chiarendo i passaggi che hanno portato alla sua estromissione dalla società.
«Non temo la querela – afferma Palombaro – ho agito nel pieno rispetto delle regole e con totale fiducia nella magistratura. Anzi, sono io la parte lesa, e ho già attivato i necessari procedimenti, sia in sede sportiva che civile e penale.»
Nel suo intervento, Palombaro solleva gravi dubbi sulla legittimità della rappresentanza societaria di Carlini, sottolineando che quest’ultimo non risulta socio né, a detta sua, avrebbe mai investito risorse economiche nel club.

«È noto, anche per sua stessa ammissione pubblica, che non ha mai speso un euro per la società. Eppure oggi si erge a rappresentante, senza alcuna legittimità formale.»
Palombaro accusa inoltre i nuovi soci di aver depositato uno statuto societario con firma apocrifa – cioè falsificata – presso la FIGC Abruzzo. Una denuncia, questa, che sarebbe già stata formalmente presentata alla Procura Federale di Roma.
«A maggio 2024 ho impugnato immediatamente quel documento falso. Solo ora, dopo mesi di silenzio e tentativi di mediazione, ho scelto la via giudiziaria per tutelarmi.»
Nella nota, Palombaro autorizza Carlini a rendere pubblici tutti i documenti societari che testimoniano il percorso delle sue dimissioni e la cessione delle quote, inclusi i verbali delle assemblee del 4 dicembre 2023 e del 18 gennaio 2024;I contratti preliminari e l’atto notarile di cessione firmato davanti al Notaio Lalli.
Le ricevute di pagamento (tra cui quella dei 40.000 euro lasciati in società dal socio Mausoleo).
La documentazione relativa alla riduzione contestata delle quote del socio Pompa, attualmente oggetto di giudizio presso il Tribunale di Lanciano.
Sul piano sportivo, Palombaro risponde anche alle critiche ricevute per il punto di penalizzazione inflitto alla squadra nella scorsa stagione:
«Non si è trattato di un mancato pagamento, ma di un ritardo, e io ero già dimesso e fuori dalla società. Ho pagato personalmente con un deferimento di 4 mesi, pur non avendo più alcuna responsabilità.»
Infine, l’ex presidente lancia un appello a tifosi e opinionisti: «Chi offende senza conoscere i fatti si espone a gravi conseguenze. Non tollererò più diffamazioni né insulti gratuiti.»
Conclude con fermezza: «Questo sarà il mio ultimo comunicato. Ora penserò solo a difendere i miei diritti nelle sedi competenti. Ci vediamo nei tribunali. Spero presto di tornare a parlare solo di calcio, per il bene di Lanciano.»