Questa mattina, mercoledì 13 marzo, l’aula magna dell’Istituto di Istruzione Superiore “De Titta-Fermi” di Lanciano, ha ospitato un nuovo ed interessante appuntamento curato dal gruppo di lavoro del Progetto Legalità la cui referente è la professoressa Liliana Ciarrocchi.
Gli studenti della classi terze e quarte hanno infatti preso parte al workshop “Storie di donne che aspirano al cambiamento”, una vera e propria tavola rotonda, organizzata in modo impeccabile dalla professoressa Mariapaola Cicchini, moderata dalla docente e giornalista Marianna Di Desidero. La tavola rotonda ha visto la presenza di diverse relatrici le quali partendo dalle proprie esperienze formative, lavorative e professionali hanno discusso della figura della donna, delle differenze di genere che tutt’ora esistono, nonchè, di tutte le difficoltà e discriminazioni che oggi la donna si trova quotidianamente affrontare.
Sono intervenute all’incontro l’avvocatessa Silvana Vassalli, rappresentante sindacale settore Pari Opportunità Cgil – Pescara Alessandra Genco, l’attrice Francesca Morgione, la direttrice di una casa-rifugio Chiara Tullio, la psicologa del centro “Dafne”, Anna Giovannangelo e la fondatrice del colettivo “Zona Fucsia” Benedetta La Penna
La mattinata si è aperta con le parole dell’attrice Francesca Morgione che ha recitato il brano “Quote Rosa” di Franca Rame, attrice, drammaturga ma anche attivista e politica che scelse d’impegnarsi nella “cosa pubblica” proprio per denunciare la minima o addirittura nulla presenza delle donne nell’apparato politico italiano. Franca Rame nel 1973 fu anche vittima di un’aggressione sfociata in violenza carnale da parte di un gruppo di militanti dell’estrema destra.

“Quote Rosa” prende il nome dell’omonimo provvedimento, introdotto nel nostro paese nel 2011, che mira a garantire la parità di genere in ambito lavorativo. Una legge, sarscasticamente presa di mira dalla Rame, che di fatto non ha colmato il gap non solo retributivo, tra uomini e donne.
Di gender gap ha parlato l’avvocatessa Silvana Vassalli, ex sindaco di Casoli e prima donna presidente dell’Ordine degli Avvocati. Partendo dal dato delle sole tre donne elette in Consiglio Regionale ha discusso di come anche nel campo legale nonostante l’accesso delle donne all’avvocatura sia regolamentato dal 1800 si trovino ancora ostacoli e problematiche.
Raccontando la propria esperienza di legale ha tracciato un segno anche sulla tematica delle violenze fisiche e di come spesso e volentieri, queste siano colpa delle vittime “accusate” di aver indossato quella gonna o di aver fatto uno sguardo in più ad un ragazzo.
Il suo appello alle giovani studentesse è stato quello di ribellarsi al possesso e difendere la propria unicità ed irripetibilità
Alessandra Genco, dall’alto della sua esperienza nel mondo dei sindacati ha fornito dati sulle donne lavoratrici (in Italia lo è il 55%, di cui solo il 33% può disporre di un reddito fisso) e di come il dato più basso di quello europeo che è del 69% non riguardi invece gli uomini, di cui ben il 70% non solo lavora ma ha anche garanzie contrattuali migliori che inevitabilmente generano stereotipi discriminatori, alimentati anche dalla gestione delle cure parentali che vede interessate solo le donne e di un welfare statale fatto di servizi pubblici spesso insufficienti o a pagamento e per questo non accessibili a tutti.
Benedetta Lapenna, speaker radiofonica ma soprattutto attivista, operatrice socio culturale e co-fondatrice del collettivo femminista intersezionale “Zona Fucsia” ha parlato delle sue esperienze personali e di come certi comportamenti ed atteggiamenti maschili siano figli di una cultura non solo patriarcale e sessista ma anche razzista ed omofoba.
Dopo la testimonianza di Chiara Tullio, che si occupa della gestione di una casa rifugio “Mondo Blu” che ospita donne di ogni d’età “fuggite” da relazioni tossiche e pericolose, le studentesse e gli studenti del “De Titta – Fermi” hanno rivolto domande ed interrogativi alle relatrici presenti, dimostrando grande interesse ed attenzione.
. Simone Cortese