Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70 sono stati tra i fortunati studenti abruzzesi ad aver fatto parte della cosiddetta “Scuola della Totalità” o “Scuola Attiva”. L’ambizioso e pioneristico esperimento didattico ministeriale ideato e diretto negli istituti di Lanciano, dal compianto professor Nicola Bellisario, che nella sua persona, ha incarnato un’autentica proposta di rinnovamento della pedagogia e della didattica nella scuola italiana.
Nei giorni scorsi la IV C dell’ Istituto “C.De Titta” si è ritrovata insieme per festeggiare i cinquant’anni dal diploma: un’occasione per rivedersi, salutarsi ma soprattutto rivivere insieme lo spensierato spirito di quegli anni, ancora vivo nei cuori degli ex alunni. “Nonostante mancasse una nostra compagna e qualche anziano professore non sia purtroppo potuto venire – sottolinea a Videocittà Luigina Scappini, una delle alunne di quella classe – è stato bello potersi rivedere e ricordare gli anni del “Titta” quando fummo, forse inconsapevoli protagonisti, di una vera e propria avanguardia scolastica.
Oltre alle classiche materie, il nostro piano di studi prevedeva anche discipline come la musica, il teatro, la scultura. Ad insegnarle c’erano alcune importanti personalità del mondo culturale frentano come il professor Alfredo Policella (unico docente presente alla “reunion”), Lucio Russi, don Guido Scotti e don Michelino Di Lorenzo”.
Tra le grandi ed innovative conquiste della “Scuola Attiva” c’era la cosiddetta settimana corta ed una grande autonomia che permetteva allo stesso preside di scegliere i docenti ed i professori più meritevoli. Un autentico laboratorio didattico che per oltre vent’anni fu monitorato anche dal Centro Sperimentale didattico di Padova, dal Centro Didattico Nazionale dei Licei CDNL, sotto l’egida del Ministero della Pubblica Istruzione e che ha di fatto, anticipato molti interventi legislativi adottati solo in futuro dai vari governi nazionali.
“In quegli anni – sottolinea ancora Luigina Scappini, divenuta poi maestra, facemmo addirittura la settimana bianca sui monti dell’Aremogna, un qualcosa che accadeva molto raramente nelle uscite scolstiche dell’epoca: io era la sola studente di Lanciano e le mie compagne arrivavano ogni giorno da centri anche lontani, come Montazzoli, Casalanguida o Fara San Martino. Dopo cinquant’anni siamo ancora in ottimi rapporti ma rincontrarsi è stato commovente ed emozionante”,
.Simone Cortese