ORTONA- Le forti raffiche di vento, che hanno colpito la notte scorsa la costa, hanno rallentato le procedure di attracco della Ocean Viking, la nave della ong Sos Mediterranee, attraccata in banchina a mezzanotte e quarantacinque. La nave, con 128 migranti a bordo salvati in tre diverse operazioni di soccorso, è ancora in porto in quanto sottoposta al fermo amministrativo reso noto al comandante della ong oggi pomeriggio alle 15.
Una nottata dedicata alle delicate operazioni di sbarco e di accoglienza, sotto il coordinamento della prefettura di Chieti, che si sono concluse soltanto all’alba.

I primi migranti sono stati fatti scendere intorno alle tre di notte anche per via delle condizioni di salute di alcuni che hanno necessitato immediate cure. Provengono per la gran parte dalla Siria e dal Bangladesh, sono 124 uomini e 4 donne, i minori non accompagnati sono 10, mentre una minore è con la sua mamma.
Dopo l’identificazione sono stati via via trasferiti con tre pullman alla tensostruttura di contrada Tamarete dove hanno ricevuto cure mediche, abiti puliti e i pasti caldi per poi subito dopo ripartire per i Cas loro assegnati. Alle 8 di questa mattina hanno preso il via, invece, i controlli di rito sulla imbarcazione che sono proseguiti per tutta la mattinata.
La nave, come si presupponeva, è stata sottoposta a fermo amministrativo ed è quindi destinata a rimanere in porto per venti giorni. La ong dovrà inoltre pagare una sanzione. Il fermo è stato applicato dalle autorità italiane sulla scorta della violazione del cosiddetto decreto Piantedosi.
L’unità della ong non si sarebbe recata immediatamente nel porto assegnato effettuando un terzo soccorso.

«Una macchina quella dello sbarco e accoglienza già ben rodata- ha spiegato il vice prefetto Gianluca Braga – che però è stata perfezionata con la creazione dell’area di assistenza e di identificazione in contrada Tamarete su un terreno del comune».
La creazione della struttura si è resa necessaria per garantire la maggiore operatività della banchina commerciale e non intralciare cosi le operazioni commerciali e per garantire la migliore assistenza e comfort ai migranti, stremati dal viaggio, e al gruppo interforze che lavora allo sbarco.
Le modalità del riparto sono state spiegate dal vice prefetto Braga: «Ottanta migranti resteranno in regione suddivisi nelle quattro province. I minori in particolare resteranno in provincia di Chieti. Il resto del gruppo andrà nei Cas in Puglia. All’inizio il gruppo era destinato a rimanere tutto in Abruzzo ma poi è salito di numero è si è dovuto cambiare collocazione».
Un sistema che grazie al contributo di ogni singolo attore funziona senza sbavature tra il calore dell’accoglienza a chi arriva in Italia alla ricerca di una meritata e dovuta seconda opportunità e la sicurezza delle procedure a tutela di chi accoglie.
- Daniela Cesarii