Riunioni per decidere chi resta e chi va. La mossa di Campitelli mette in crisi il primo partito cittadino oppure ora è più sicuro correre per la Meloni?
Le dimissioni, o meglio, il rimettere le deleghe nelle mani del Governatore della Regione Abruzzo Marco Marsilio, da parte dell’assessore in carica, per ora, alla Lega Nicola Campitelli, ha provocato diverse ripercussioni anche sul panorama politico cittadino.
La Lega in città alle ultime elezioni amministrative, che hanno riportato al Paolini Ter, è risultata il primo partito.
Il peso delle urne si è chiaramente tradotto in numero di assessori e consiglieri. Danilo Ranieri, che sarebbe dovuto essere il candidato sindaco del partito di Salvini, oltre a deleghe di peso è anche vice-sindaco.
Cinzia Amoroso è assessore alle politiche sociali e Fausto Memmo, il coordinatore cittadino del movimento, è presidente dell’Ater.
I consiglieri sono ben 4: Paola Memmo, Dalila di Loreto, Giuseppe Luciani e Michele La Scala.
Si potrebbe parlare di una “piccola” Pontida frentana.
Numeri e “poltrone” insomma di tutto rispetto. Tuttavia già dai primi mesi del mandato Paolini qualcosa iniziava a scricchiolare. I malumori, neanche tanto velati si vedevano, e per chi fa questo lavoro, si sentivano pure a sentire i racconti degli “scontenti” che criticavano l’operato del gruppo che appariva da subito spaccato in due.
La mossa estiva dell’assessore regionale ha nuovamente messo legna al fuoco e da subito si sono susseguite riunioni febbrili per capire cosa fare se è vero, come sembra certo, che Campitelli correrà alle prossime elezioni con il partito di Marsilio, Fratelli D’Italia.
Che faranno i “campitelliani” in seno al consiglio comunale?
Resteranno leghisti o seguiranno Campitelli, che di fatto è colui che politicamente li ha creati?
E’ vero che alcuni fedelissimi del Sindaco Paolini sono passati già, in riunioni estive, alla Lega e che il sottosegretario all’agricoltura Luigi D’Eramo li, meglio lo, avrebbe già designato come segretario cittadino della Lega di fatto spodestando Fausto Memmo, militante dei primi anni del “carroccio”?
La scorsa primavera D’Eramo non aveva affatto gradito l’uscita di manifesti di Campitelli, che parlavano di università a Lanciano, senza il logo della Lega.
Nel frattempo Alberto da Giussano, il protagonista del simbolo è sparito anche dalle gigantografie che campeggiano sui locali di corso Trento e Trieste di Campitelli.
Senza troppo sforzo interpretativo, il volto dell’assessore, è circondato da un bel tricolore che sa tanto di meloniana e “patriottica” memoria.
Per ora nulla di ufficiale, neanche la candidatura di Paolo Bomba assessore ai lavori pubblici, in regione e neanche quella di Donato Di Campli alla Lega, che sarebbe, sempre secondo i ben informati, la ragione delle dimissioni ( o presunte tali) di Campitelli.
Ultimo “rumors” il passaggio di un consigliere da FDI alla Lega, dietro la promessa di farlo capogruppo.
Insomma tanta confusione sotto il cielo post feste di settembre lancianesi. Sarà un autunno caldo, caldissimo.