Come ogni anno, la Guardia di Finanza ha festeggiato nel giorno del 21 settembre il suo patrono e protettore, San Matteo apostolo ed evangelista. Il documento papale che attesta il riconosciuto patrocinio reca la data del 10 aprile 1934 ed è firmato dal cardinale Eugenio Pacelli (futuro Papa Pio XII). Il pontefice che accolse l’istanza avanzata dal comandante generale e sostenuta dall’Ordinario Militare del tempo era Pio XI.
Quest’anno per ospitare la celebrazione, il comando provinciale della Guardia di Finanza ha scelto Lanciano, con la Santa Messa officiata da mons. Emidio Cipollone, nella chiesa di San Francesco alla presenza del Prefetto di Chieti Mario Della Cioppa, del comandante crovinciale col. Michele Iadarola e delle istituzioni civili e militari. Ad eseguire i canti della tradizione liturgica erano presenti alcuni membri del coro, composto dagli stessi finanzieri.
La vicenda umana di Matteo ha una sua notorietà, e si legata a quanto di lui si legge nei Vangeli dove il pubblicano, conosciuto inizialmente con il nome di Levi (Mc 2,14; Lc S,27) passò dal banco delle imposte alla sequela del Cristo che gli aveva detto: “vieni e seguimi” (Mt 9,9). Una scena questa immortalata anche dal Caravaggio in una delle tele della Cappella Contarelli per la chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma.
La sua celebrazione al 21 settembre fu ufficilizziata dal martirologio geronimiano (sec. VI). La chiesa cattolica nel dichiarare San Matteo patrono della Guardia di Finanza auspica che tutti gli appartenenti al corpo possano, sul suo esempio, unire l’esercizio fedele del dovere verso lo Stato con la fede in Gesù.
. Simone Cortese