Doveva essere una manifestazione autorizzata, inserita nel calendario di eventi “L’Aquila rinasce con lo sport”, promosso e finanziato dal Comune, ma invece il free climbing sui palazzi storici della città non avrebbe avuto i permessi necessari.
E così, per scongiurare danni al patrimonio, la particolare arrampicata è stata clamorosamente fermata nel corso della giornata di ieri dal tempestivo intervento del Nucleo Tutela Patrimonio dei Carabinieri Abruzzo e della Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Cristina Colletti, la quale non avrebbe rilasciato alcuna autorizzazione per lo svolgimento dell’evento.
Tra l’altro, da quanto si evince sulla pagina ufficiale della Soprintendenza L’Aquila – Teramo, mancherebbero anche le assicurazioni, e dunque la stessa si chiede “se ci dovessero essere danni, chi pagherà?”.
Nel frattempo sono scattati i controlli ed i sopralluoghi per verificare lo stato dei 40 luoghi interessati dall’evento, mentre sui social imperversa la polemica, tra chi accusa la Soprintendenza di “bigottismo” e chi denuncia questo “scempio sul patrimonio culturale”.
Insorge, oltre ai cittadini, anche il mondo istituzionale. Il consigliere comunale de Il Passo Possibile, Alessandro Tomassoni, su Facebook scrive: “Per me, non va bene”.
“Non sono un bacchettone, e non si può dire che a me non piaccia l’arte in tutte le sue espressioni, specie quella sportiva… però credo che tutto abbia un limite. Intonaci storici, cornicioni, marmi di monumenti e portali antichi alla mercé dei climbers, forse inconsapevoli di ciò che arrampicavano, per un uso oggettivamente incompatibile con il loro carattere storico”.
- Beatrice Tomassi