Un uomo poliedrico, amato ed odiato, circondato da amici, avversari e nemici. Non è il luogo, né tantomeno il giorno per i giudizi, ma sicuramente si può dire che Silvio Berlusconi abbia fatto, sotto numerosi punti di vista, la storia della nostra Nazione.
In pomeriggio i funerali al Duomo di Milano. Una cerimonia elegante nella sua semplicità, colma di tensione e di emozione.
Berlusconi con l’Abruzzo, ed in particolare con L’Aquila, ha avuto un legame davvero speciale. Un rapporto nato da una tragedia, quella del terremoto del 6 aprile 2009, e che si è consolidato nel tempo.
Ha lasciato in eredità alla città degli alloggi costruiti in 120 giorni, che hanno permesso alla comunità di avere un luogo rispettabile dove dormire nell’immediato post-sisma, e ancora oggi… Quelle che per tutta l’Italia sono i Progetti Case e Map, per gli aquilani sono “le casette di Berlusconi”.
Allora era Presidente del Consiglio e Massimo Cialente era il sindaco dell’Aquila. Da più intervistato nelle ultime ore, non ha mancato di ricordare ciò che fece per la città: il 5 maggio 2009, Cialente si impuntò contro un’ordinanza che, di fatto, trasferiva uffici, reparti ospedalieri e molto altro al di fuori della città; nella notte Berlusconi annullò la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’ordinanza e, così, decise il futuro dell’Aquila.
“Io di questo gli sono stato sempre grato”, dice Cialente.
E poi portò Obama sulle macerie del terremoto; portò a L’Aquila, in occasione del 35esimo vertice del G8, tutti gli allora leader internazionali, dal già citato Presidente Usa al leader libico Gheddafi.
“Se non ci fosse stato lui non conosceremmo L’Aquila come è oggi. – afferma il primo cittadino Pierluigi Biondi ad un’intervista su RainNews – Se non ci fosse stata quella energica risposta, in termini di uomini, risorse, fondi, oggi L’Aquila sarebbe desertificata”.
- Beatrice Tomassi