Troppo spesso ed erronemente, Lanciano viene riduttivamente chiamata “La Città del Miracolo”: in realtà la nostra città è stata protagonista di un secondo prodigio avvenuto nel XIII° secolo e precisamente nel 1273. Storia, leggenda e devozione si fondono nella storia di Ricciarella.
La donna per riconquistare l’amore del marito Jacopo Stasio, si rivolse ad una fattucchiera che le consigliò di recarsi nella vicina chiesa di Sant’Agostino e, durante l’eucarestia, trafugare un’ostia da cui ricavare un filtro prodigioso, in grado di riaccendere l’amore perduto del suo compagno.
Quello che accade dopo è noto (ma non troppo visto che sono molti i lancianesi ad essere all’oscuro di questa vicenda)
L’ostia messa ad ardere sul coppo inizia miracolosamente a sanguinare e Ricciarella impaurita dall’evento, l’avvolse in un lino e la trafugò tra le immondizie della stalla che sorgeva attigua alla loro casa, ubicata nel quartiere di Lancianovecchio. Per aver osato “friggere” il vero corpo di Cristo che è nell’ostia i lancianesi hanno tutt’ora il poco piacevole, appellativo di “Frijacrist”.
Successivamente la donna vinta dal rimorso si confessò a tal padre Giacomo Diotallevi originario di Offida che giunto sul “luogo del misfatto” trovò dopo sette anni, l’ostia ancora incorrotta. Il religioso resosi conto del miracolo decise di trasferire le reliquie nella sua città natia delle Marche.








Nel 2003 però grazie ad un gemellaggio eucaristico tra Lanciano e Offida ed in occasione del 730° anniversario di quegli eventi l’allora arcivescovo di Lanciano – Ortona monsignor Carlo Ghidelli, insieme al sindaco Filippo Paolini venne accolto ad Offida da monsignor Silvano Montevecchi e dal sindaco di Offida Lucio D’Angelo, per ricevere in dono un frammento della tovaglia di Ricciarella e uno della tegola prelevati da monsignor Ambrogio Squintani durante la ricognizione del 3 dicembre 1956 che vennero poi collocati in un ostensorio sistemato all’interno della chiesa della Santa Croce, sorta secoli dopo a Lanciano, nel luogo dove si trovava la casa di Ricciarella e Jacopo.
Un evento che la città attendeva da secoli e che fu “festeggiato” con una solenne processione tra le vie del centro città, per arrivare proprio nel quartiere più antico della città e per ricollocare la reliquia lì dove tutto era avvenuto.
. Simone Cortese
Grazie a Clara Labrozzi per le bellissime foto.