ORTONA- Installazione antenna 5G in località punta dell’Acquabella: i residenti protestano e chiedono la convocazione di un consiglio comunale in cui poter discutere della questione. Una vicenda che prende avvio con l’istanza per la richiesta di autorizzazione paesaggistica per l’installazione di una stazione radio base di telefonia mobile presentata a settembre del 2020 al Suap.
Nonostante il parere favorevole dell’Arta sull’impatto acustico e l’impatto elettromagnetico e quello favorevole della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici con le prescrizioni di misure compensative e di piantumazione alberi, a febbraio del 2021 il Comune comunica alla ditta l’improcedibilità in quanto l’intervento era in contrasto con l’art.8 del regolamento comunale per la telefonia mobile. La società di telefonia mobile ha presentato pero ricorso al Tar Abruzzo ottenendo a maggio del 21 l’accoglimento dell’istanza cautelare ai fini del riesame dell’istanza di autorizzazione. Il Comune dopo aver riesaminato tutto, ha confermato l’improcedibilità dell’istanza.
Successivamente il Tar ha disposto e chiarito che il riesame doveva riguardare anche il regolamento comunale per la installazione degli impianti di telefonia mobile da effettuare entro 30 giorni. Così l’amministrazione, per ottemperare alla sentenza, ha dovuto portare in Consiglio comunale la modifica del Regolamento abrogando la parte che consentiva il diniego e il 29 novembre del 2022 è stato concesso alla società l’autorizzazione paesaggistica.
I residenti però non ci stanno promettendo battaglia anche in virtù del fatto che l’antenna di 21 metri è stata montata ma non è ancora funzionante e in trenta, compresi alcuni cittadini interessati all’argomento, si sono riuniti nella serata di lunedì in contrada Moro località punta dell’Acquabella. «Un confronto interessante che ha dato vita a bella sinergia» spiega Andrea Mangi, membro del comitato Ortona produttiva, promotore dell’incontro assieme a Rosalia Tucci residente di contrada Moro.
«Uno dei nostri obiettivi – aggiunge Mangi – era quello di portare la questione all’attenzione della massima assise civica in modo che potesse essere sviscerata sotto ogni suo aspetto e per arrivare a dotare la città finalmente di un piano antenne. Sia Ilario Cocciola del gruppo Solo Ortona nella testa che Antonio Sorgetti, del gruppo Città che amo, hanno espresso il loro parere favorevole allo svolgimento del consiglio».
Sulla questione è intervenuto anche l’ex consigliere Giorgio Marchegiano che ha ricordato la Legge n. 36/2001 – modificata nel 2020 dal Decreto semplificazioni – all’art. 8 comma 6, preveda che, pur essendo esclusa la possibilità di introdurre limitazioni alla localizzazione delle antenne in aree generalizzate e ferma restando la necessità di garantire alle infrastrutture tecnologiche la copertura dell’intero territorio, ai Comuni è riconosciuto il potere di individuare in modo specifico i siti da salvaguardare: ad esempio zone densamente abitate, scuole e aree di pregio paesaggistico come Ripari di Giobbe, dove un anno fa è stata installata un’antenna 5g e Punta dell’Acquabella. Marchegiano cita il regolamento del comune di Bologna.
«Un modello che io ed Emore Cauti, in qualità di consiglieri comunali, nel febbraio dell’anno scorso avevamo suggerito di imitare nel più breve tempo possibile, restando purtroppo inascoltati».
E’ intervenuto anche l’ex consigliere Peppino Polidori. Orizzonte centro studi, che sulla stessa linea ha sottolineato come il comune avrebbe potuto creare una mappa escludendo dalle installazioni le zone abitate, quelle di pregio e quelle di altro interesse cosa che non ha fatto. Il fenomeno delle antenne selvagge avrebbe quindi, per Polidori, nel sindaco il responsabile. Il primo cittadino, che innanzitutto ritiene legittime le preoccupazioni della popolazione, risponde agli ex consiglieri: «non c’è stata nessuna leggerezza sulla vicenda, gli uffici sono stati attenti e responsabili.
Il comune ha comunque già affidato, nel dicembre del 2022, la redazione del Piano antenne e del conseguente nuovo regolamento alla società Leganet. Il 9 marzo il comune ha pubblicato un avviso pubblico di richiesta informazioni agli operatori telefonici presenti o in procinto di attivarsi nel territorio per avere un monitoraggio dell’esistente e di quello in programmazione. Terminati i 20 giorni dalla pubblicazione, il Comune con la società incaricata concerteranno i contenuti dei documenti pianificatori redigenti e per proporre eventuali ulteriori siti, ma il regolamento non andrà ad incidere su istanze già completate o installazioni già esistenti». Una vicenda che comunque avrà di certo un seguito.
- Daniela Cesarii