Presso il Policlinico di Chieti è stato eseguito un intervento cardio-vascolare di altissima complessità, raramente effettuato in Italia, su un paziente di 76 anni affetto da un aneurisma di oltre 6 cm all’arco aortico, una delle porzioni più delicate dell’aorta situata in prossimità del cuore.
L’operazione ha richiesto una pianificazione accurata e il coordinamento di un team multidisciplinare composto da specialisti in cardiochirurgia, chirurgia vascolare, radiologia interventistica e anestesia.

A guidare l’intervento, il Prof. Umberto Benedetto, Direttore dell’UOC di Cardiochirurgia, in collaborazione con il Dott. Armando Palmieri (UO di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare), il Dott. Bruno Consorte (UO di Radiologia Interventistica) e la Dott.ssa Valeria Isacco (Medico Anestesista e Rianimatore).
Un approccio alternativo per un paziente ad alto rischio, vista l’età avanzata e il profilo clinico del paziente, già a elevato rischio chirurgico, è stato deciso di evitare la sostituzione completa dell’arco aortico – una procedura altamente invasiva – optando per una soluzione meno aggressiva ma altrettanto efficace.
L’intervento si è articolato in più fasi chirurgiche complesse, tra cui:Debranching: la trasposizione su una protesi delle arterie del collo per garantire l’afflusso cerebrale;Bypass tra arterie del collo: per prevenire ischemie spinali e cerebrali;Impianto di endoprotesi: posizionata tramite puntura percutanea dell’arteria femorale sinistra, senza necessità di apertura chirurgica.

L’importanza della collaborazione tra discipline«In casi di questa complessità – spiega il dottor Armando Palmieri– il confronto e l’integrazione tra tutte le discipline coinvolte sono fondamentali per individuare e applicare le soluzioni più sicure e moderne per i pazienti. La possibilità di condividere esperienze, tecniche e conoscenze consente di affrontare patologie complesse con maggiore efficacia.»
Questo intervento rappresenta un esempio concreto di eccellenza clinica e collaborazione interspecialistica, e conferma la capacità del Policlinico di Chieti di offrire trattamenti avanzati anche in casi particolarmente critici.«Per questo paziente, come per molti altri – conclude il team – abbiamo dato il massimo per offrirgli la migliore chance di cura possibile.»