LANCIANO – “Non l’ho uccisa”. Con queste parole Aldo Di Nunzio, ex vigile del fuoco in pensione, ha ribadito la propria innocenza nel processo in Corte d’Assise in cui è accusato dell’omicidio volontario della moglie, Annamaria D’Eliseo, trovata morta il 15 luglio 2022.
Durante l’ultima udienza, l’imputato ha reso dichiarazioni spontanee, raccontando nei dettagli la sua versione dei fatti. Ha dichiarato di aver trovato la moglie impiccata quella mattina, di aver immediatamente chiamato i soccorsi e di aver tagliato il filo che aveva intorno al collo, tentando disperatamente di salvarla.
Di Nunzio, in carcere dal gennaio 2024, ha espresso incredulità per la sua reclusione, sostenendo di non comprendere le accuse mosse contro di lui. Nel corso dell’udienza, il pubblico ministero Mirvana Di Serio e il presidente della Corte d’Assise Giovanni Nappi lo hanno più volte richiamato a rispondere alle domande senza divagare o formulare ipotesi.
Uno degli elementi centrali del processo è l’audio registrato da una videocamera di sorveglianza, su cui vi sono due perizie contrastanti: per la difesa, la voce della donna direbbe “guardami, guardami”, mentre per l’accusa si tratterebbe di un disperato “lasciami, lasciami”. Di Nunzio ha affermato che, dopo aver trovato la moglie impiccata, avrebbe ripetuto ad alta voce: “Guarda a me cosa doveva capitare”.
La Corte ha stabilito di non disporre una super perizia fonica e ha aggiornato il processo al 28 marzo, quando verrà ascoltato l’ultimo testimone prima della sentenza.