Il confronto serrato tra rappresentanti sindacali, istituzionali e aziendali ha scosso Palazzo Piacentini a Roma oggi, 17 aprile 2024, durante il tavolo organizzato per discutere l’adempimento degli accordi sottoscritti nel dicembre 2019. Nicola Manzi, segretario generale della Uilm Chieti-Pescara, ha espresso ferma determinazione nel richiedere il rispetto da parte di Baomarc degli impegni presi davanti al governo, alla Regione Abruzzo, ai sindacati e ai lavoratori.
L’accordo in questione, stipulato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex MISE, oggi Mimit), prevedeva la cessione dello stabilimento Honeywell dei turbocompressori a Baomarc al simbolico prezzo di un euro, in cambio dell’avvio di un piano industriale del valore di 30 milioni di euro per favorire la reindustrializzazione e la riconversione dell’opificio.
Tuttavia, Baomarc ha fornito giustificazioni riguardanti i ritardi nell’adempimento del cronoprogramma concordato, attribuendoli a motivazioni economiche e a problemi di rilevanza globale
La pandemia da Covid-19, il contenzioso con Stellantis (principale cliente di Baomarc in Abruzzo) e il rincaro dei costi dei dazi per l’importazione dell’acciaio sono state tra le ragioni addotte. In particolare, le difficoltà legate all’acciaio hanno portato all’annullamento del progetto di creare un centro taglio dell’acciaio nello stabilimento ex Honeywell, che avrebbe dovuto ricollocare i dipendenti ex Honeywell rimasti.
La Uilm ha sottolineato che l’accordo prevedeva l’assunzione a tempo indeterminato di 162 dipendenti entro 24 mesi, ma ad oggi Baomarc ha assunto solo 70 dipendenti, lasciando 92 famiglie abruzzesi in attesa di un’opportunità lavorativa. Il mancato rispetto degli accordi ha suscitato preoccupazione e indignazione tra i rappresentanti sindacali presenti al tavolo.
Lo stabilimento ex Honeywell, che è stato ceduto a Baomarc per un euro, dispone di moderne infrastrutture e attrezzature, tra cui un sistema completamente automatizzato di stoccaggio e movimentazione dei materiali, che aveva suscitato l’interesse degli investitori cinesi.
Il tavolo ha stabilito un aggiornamento a metà luglio, con l’obiettivo di trovare soluzioni concrete e far rispettare gli impegni presi dall’azienda. Nicola Manzi ha ribadito l’impegno a far rispettare l’accordo e ha sottolineato l’urgenza di diversificare i clienti finali, come originariamente concordato. La diversificazione potrebbe garantire stabilità economica e occupazionale, evitando ulteriori ritardi e perdite di tempo.
In conclusione, la vicenda evidenzia l’importanza del rispetto degli accordi e dell’impegno delle parti coinvolte nel garantire il benessere dei lavoratori e lo sviluppo industriale della regio