La luce delle fiaccole, il volto coperto dei confratelli, il Cireneo anonimo e scalzo che tra le vie del centro antico si accolla la pesante croce di legno nella notte in cui il Figlio dell’Uomo venne tradito.
Le inconfondibili note dei brani sacri, da secoli patrimonio dell’Arciconfraternita “Morte e Orazione San Filippp Neri”, le decorazioni dorate dei lampioni barocchi e l’inconfondibile e forte odore dell’incenso che una volta aperti i battenti lignei della chiesa di Santa Chiara si propaga lungo corso Roma.
Il gracchiare stridulo della racanelle e quell’emozione unica che da tanti anni si rinnova negli sguardi di chi assiste alla Processione degli Incappucciati
Che sia per fede, per devozione o semplicemente per la forza di rinnovare una tradizione, anche ieri sono stati tantissime, lancianesi e non, le persone che non hanno voluto mancare, riempiendo le strade, i vicoli e le piazze della città, in attesa di veder passare il lungo corteo e rivivere, ognuno nel proprio cuore e nella propria mente, le speranze, le sofferenze, le gioie e i dolori, che quel Cireneo raccoglie simbolicamente su sè stesso.
Articolo di Simone Cortese – Fotografie di Marino Testa