Una nuova luce illumina le navate e le arcate gotiche della chiesa di Santa Maria Maggiore a Lanciano. Il mirabile monumento dell’Abruzzo medievale, che sorge nel quartiere storico di Civitanova, è stato infatti oggetto di un lungo restauro: un recupero avviato nel 2019 e che anche a causa della pandemia, si è di fatto protratto fino ad oggi. La riapertura al culto e riconsegna alla città avverrà ufficialmente martedì 19 marzo alle ore 18, ma questa mattina le autorità religiose e civili insieme ai professionisti del settore hanno illustrato alla stampa le principali novità di questo importante recupero.
Sono intervenuti l’arcivescovo della diocesi di Lanciano-Ortona, Emidio Cipollone, don Domenico Di Salvatore, direttore dell’ufficio per i Beni Culturali e l’Edilizia di Culto della diocesi, l’ingegnere Angelo Di Monte, tecnico della curia ed Emanuela Criber funzionario architetto della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara che ha seguito i lavori.
Insieme a loro erano presenti il sindaco di Lanciano Filippo Paolini e l’assessore alla Cultura ed al Turismo Danilo Ranieri.
Il progetto che ha avuto un costo totale di oltre un milione di cui larga parte finanziato dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) è stato suddiviso in tre lotti d’interventi, il primo concluso nel 2020 ha riguardato il risanamento delle coperture, necessario per risolvere i problemi di umidità e le infiltrazioni d’acqua piovana, il secondo avviato nel 2019 ed appena concluso che ha previsto il restauro degli interni ed il terzo ancora in corso che vede i restauratori all’opera sulle impalcature per riportare all’antico splendore il paramento murario esterno, su cui spiccano il piccolo portale laterale detto “federiciano” e soprattutto la mirabile facciata gotica con il rosone attribuito alla bottega del Perrini.
All’interno gli interventi hanno riguardato la zona presbiteriale, profondamente rinnovata con un adeguamento liturgico che ha visto la rimozione del vecchio altare risalente al 1970 e la realizzazione del nuovo a cui si aggiungono l’ambone e gli spazi per il sacerdote ed i celebranti. Prossimamente torneranno nella sede anche il trittico di scuola veneta e la preziosa croce processionale di Nicola da Guardiagrele che splenderà in una nuova teca, visto che la vecchia con i suoi collanti, stava minacciando gli ori e gli smalti originali.
Durante i lavori non sono mancate le sorprese con la presenza di blocchetti in arenaria all’altezza della navate, tracce di pitture tra cui un cielo stellato e soprattutto alcuni affreschi “riscoperti” in una della cappelle che si trovano all’inizio della navata. Questi risalenti al XV secolo, raffigurano un banchetto di compleanno di re Erode, evento di cui parlano anche i Vangeli Sinottici di Matteo e Marco. L’opera è attualmente sottoposta a studi ed approfondimenti da parte di Gaetano Curzi, docente di Storia ed Iconografia Medievale all’università “G.D’Annunzio” di Chieti.
Proprio la zona iniziale della navata principale tornerà ad essere centrale vista l’intenzione di utilizzare come portone d’ingresso principale quello che insiste lungo via Garibaldi. Ulteriori interventi hanno riguardato la posa in opera di un nuovo pavimento e dell’impianto d’illuminazione. La chiesa di Santa Maria Maggiore, per secoli fulcro della vita religiosa, economica e sociale della città è pronta dunque a riaprire le sue porte attraverso quel fascino e quella spiritualità che solo il Medioevo sa trasmettere.
- Testo di Simone Cortese
- Servizio video di Clara Labrozzi
- Video e Fotografia Alessandro Di Biase e Marino Testa