ORTONA- Emergono nuovi agghiaccianti particolari nella vicenda del bambino autistico perseguitato da una vicina di casa perché considerato indemoniato. La vicina di casa avrebbe, infatti, inciso croci sulla porta di casa della famiglia del bimbo. La vicenda è stata denunciata, nei giorni scorsi, dall’associazione Asperger Abruzzo, presieduta da Marie Helene Benedetti, con sede a Vasto. Una signora, di 60 anni, che abita al piano superiore della famiglia, urla contro il bimbo quando lo incontra sulle scale, gli butta il sale addosso, butta il sale sulle scale, butta incenso e sale sul loro balcone, attacca alla maniglia della porta dei fili annodati per intrappolare il demonio che ci vivrebbe, passeggia di sera con delle candele rosse accese sul balcone recitando frasi sconnesse scaccia demonio, lascia sulle scale pagine di giornali con versi della Bibbia e sale. A tutto questo si aggiunge anche un altro particolare, avvenuto tempo addietro e reso noto solo adesso ovvero l’aver inciso ben tre croci sul portone della famiglia con uno strumento appuntito.
L’associazione Asperger Abruzzo, ha sollecitato l’intervento del sindaco, Leo Castiglione, e degli assistenti sociali, un aiuto che dopo tre pec di segnalazione non sarebbe arrivato. L’amministrazione ha però così replicato consigliando di sporgere querela: «Il Comune, con i servizi sociali, segue da tempo la famiglia con il bambino autistico. Asserire che il sindaco e i servizi sociali del comune si sono disinteressati non risponde alla verità poiché la famiglia è seguita da anni dai nostri servizi sociali che conoscono bene tutta la situazione. L’assistente sociale che segue il caso ha anche avuto modo in passato di parlare con la vicina di casa, recatasi negli uffici comunali, chiedendo di stemperare alcuni comportamenti, segnalati dalla famiglia del bambino, ma nel contempo ha anche consigliato alla stessa famiglia, nel persistere della situazione, di sporgere denuncia per arrivare eventualmente ad una soluzione e soprattutto per accertare le responsabilità». L’amministrazione difende i servizi sociali che, si sottolinea, «agiscono in silenzio e senza clamori soprattutto per casi in cui è coinvolto un minore disabile ma ha come compito primario di verificare l’incolumità del bambino e il suo ambiente famigliare e non di dirimere situazioni legate a rapporti tra vicini. Per questo bisogna rivolgersi alle autorità competenti».
Daniela Cesarii