L’importanza di coltivare la memoria torna a essere ribadita anche dall’Anpi Nazionale in occasione del 27 gennaio, giornata che celebra il ricordo dei milioni di ebrei deportati e uccisi nei campi di concentramento e di quanti hanno subito la ferocia nazista. Ed esorta a portare nelle scuole e in altri luoghi le storie di queste vite spezzate, a riunirsi davanti alle pietre di inciampo, a leggere brani e a condividere un momento di particolare significato.
“Ricordare è fondamentale ma non come mero esercizio della memoria – dice la presidente dell’Anpi di Lanciano Maria Saveria Borrelli rispondendo con convinzione all’invito dell’Anpi nazionale – ma con l’attenzione e la sensibilità necessarie a comprendere quella pagina buia e tragica della nostra storia.
Mai come in questi ultimi anni, attraversati dalle guerre e con il rischio di pericolose derive autoritarie è fondamentale non dimenticare.
L’Anpi di Lanciano nel giorno della Memoria ha scelto di ritrovarsi a Largo San Giovanni nel quartiere di Lancianovecchia, alle ore 18.00 intorno alle pietre di inciampo in ricordo della famiglia Grauer. Confido in una numerosa partecipazione, è importante testimoniare con la propria presenza l’impegno e la volontà di difendere i valori della libertà e della democrazia affinché orrori come questo non si ripetano. Dobbiamo combattere per la pace. Ricordare la Shoah significa anche riflettere su quanto accade oggi per scongiurare eventuali drammatici scenari”.
La Borrelli tiene anche a rimarcare il silenzio da parte del sindaco Filippo Paolini in merito alla richiesta fatta mesi fa e sollecitata con lettera inviata lo scorso 10 gennaio, il ripristino della targa in memoria della famiglia Grauer che era stata danneggiata.
“Purtroppo dopo la denuncia fatta il 1 luglio dello scorso anno al primo cittadino e agli assessori Lavori Pubblici e Cultura e Bilancio, – puntualizza la presidente Anpi – prendo atto che sono trascorsi sei mesi, ma non c’è stata alcuna risposta, non ancora si provvede all’intervento richiesto, nonostante ci siano state assunzioni di impegno da parte di sindaco e assessori. Ho anche mandato una lettera per richiamare l’attenzione sulla precedente richiesta e sollecitare i lavori, ma tutto tace. Un comportamento che sconcerta e stupisce, pensavo che si sarebbe provveduto prima del 27 gennaio, invece a quanto pare non è così.”
La famiglia Grauer, arrestata a novembre del 1943, deportata e uccisa ad Auschwitz, Samuel e Rosa, i figli Marco e Tito nato all’ospedale di Lanciano.