ORTONA- Per lungo, lunghissimo tempo Palazzo di città è stato inaccessibile a chiunque avesse difficoltà motoria. Una questione che ha tenuto banco anche nei consigli comunali e che è stata risolta solo quest’anno con il collaudo dell’opera.
Ora l’ente si trova a pagare il prezzo del ritardo avendo perso la causa intentagli da una persona con disabilità al 100 %. Egli ha fatto ricorso in quanto impossibilitato a usufruire dei servizi erogati nella sede del municipio ubicata ai numeri 1 e 24 di via Cavour.
Il palazzo, infatti, all’epoca dei fatti, stiamo parlando di fine 2021, per la sua struttura, posta su più piani, era inaccessibile a chiunque avesse problemi di deambulazione.
Il problema era stato posto all’attenzione del consiglio comunale da quello che all’epoca era il capogruppo di minoranza del centro destra.
Peppino Polidori, cosi come del resto lo stesso ricorrente aveva più volte esposto alle istituzioni comunali le proprie rimostranze a causa della impossibilità di accedere agli uffici, in particolare quelli della sede di via Cavour 24.
Da qui la decisione di ricorrere al tribunale che ha accertato «il carattere discriminatorio della condotta posta dal comune consistente nel non provvedere all’abbattimento delle barriere architettoniche per l’accesso agli uffici».
La persona con disabilità è stata difesa dall’avvocato Francesca Manica ma è intervenuta anche l’avvocato Antonella Bosco, rappresentata da se stessa, che è nota per le sue battaglie per i diritti civili. A difendere il comune, invece, l’avvocato Paolo Serafini.
Una condotta quella del comune giudicata da Diana Genovesi dunque, discriminatoria. Il comune dovrà quindi procedere al pagamento di 10 mila euro a titolo di risarcimento del danno non patrimoniale. L’ente dovrà inoltre pagare 5 mila euro di spese processuali a favore del ricorrente e 2 mila e 540 euro all’avvocato Bosco.
- Daniela Cesarii