La Guardia di Finanza di Chieti ha sequestrato oltre 27 mila euro (27.575,00) di beni ad un amministratrice di sostegno che sottraeva reiteratamente denaro ad una donna orfana, affetta dalla sindrome di Down e con invalidità permanente al 100%. La donna è stato denunciato con l’accusa di peculato a seguito di accertamenti eseguiti sui conti correnti della parente disabile truffata su cui confluivano, oltre ai lasciti dei genitori defunti, anche la pensione di invalidità, l’indennità di accompagnamento e la pensione di reversibilità del padre.
Il sequestro dei beni è stato richiesto dal PM di Lanciano, Mirvana Di Serio e disposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lanciano, Massimo Canosa. Il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Chieti, Michele Ladarola, ha sottolineato “l’importanza del servizio visto l’elevato disvalore sociale della condotta assunta proprio da un pubblico ufficiale nel ruolo a tutela di quelle persone che si trovano nell’impossibilità di provvedere ai propri interessi”.
Gli accertamenti eseguiti sui conti correnti della diversamente abile hanno consentito di rilevare spese, poste in essere a mezzo bonifici, assegni bancari e utilizzo di carte bancomat, per finalità non autorizzate dal Giudice Tutelare e comunque estranee agli interessi dell’amministrato per l’importo complessivo di euro 27.575,00.
Tali evidenze sono state, altresì, corroborate dalle dichiarazioni rese in atti dai titolari degli esercizi commerciali (negozi di abbigliamento, palestre, ristoranti, ecc.) ove le spese risultavano sostenute, i quali hanno confermato come il percettore dei beni/servizi ceduti fosse l’amministratrice di sostegno ed in taluni casi anche i figli di quest’ultima.
Determinato l’illecito profitto, su richiesta del procuratore Capo, Dott.ssa Mirvana Di Serio, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Lanciano, Dott. Massimo Canosa, ha emesso apposito sequestro preventivo di tutte le disponibilità finanziarie fino alla concorrenza di euro 27.575,00 (beni mobili ed immobili, titoli di credito, giacenze di conto corrente) facenti capo all’indagata.