“La centralità del lavoro, il rilancio industriale, la risoluzione di crisi annose, progetti e investimenti credibili per affrontare la transizione ecologica, in particolare nella filiera automotive, reindustrializzazioni che possono rappresentare un nuovo futuro per centinaia di lavoratori: questo è il grido d’allarme che lanciano le migliaia di lavoratori del Centro-Sud che stanno scioperando in queste ore.
Dal Lazio all’Umbria, dall’Abruzzo al Molise fino alla Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna c’è stata un’altissima adesione alla seconda giornata dello sciopero nazionale dopo quella del 7 che ha visto coinvolto il Nord Italia.
I lavoratori che sono scesi in piazza e hanno organizzato numerosi presidi chiedono un futuro di lavoro e non di assistenza, un futuro che veda la manifattura affrontare e vincere le sfide epocali, certezze per una parte d’Italia che troppo a lungo è stata inascoltata dai Governi. Abbiamo bisogno di meno annunci e più fatti concreti, abbiamo bisogno di tavoli che portino a soluzioni e non siano formalità, abbiamo bisogno di utilizzare ogni minuto a disposizione per cercare e condividere le migliori soluzioni per risolvere le crisi e risollevare l’industria.
Abbiamo perso già troppo tempo, ora il Governo deve agire e le migliaia di lavoratori in sciopero hanno mandato un chiaro messaggio: rilancio dell’industria o continua la mobilitazione”. Lo dichiara il Segretario Generale Uilm Rocco Palombella.
“In questi mesi abbiamo ascoltato solo parole vuote mentre il 70% delle crisi al MIMIT riguardano il nostro settore non venivano risolte con oltre 50 mila lavoratori e intere filiere a rischio – continua Palombella – Cosa dovevamo aspettare? Ci sono migliaia di lavoratori in difficoltà, con forti incertezze sulla propria prospettiva occupazionale e preoccupati per il futuro delle proprie famiglie. Queste due giornate sono state solo l’inizio di una lunga mobilitazione”.
“Nel territorio abruzzese c’è stata un’ampia adesione, il 65% dei lavoratori sta scioperando, con punte di oltre l’85% nelle aziende della componentistica della provincia di Chieti – spiega il Coordinatore della Uilm Abruzzo Nicola Manzi – il grido d’allarme parte dalle difficoltà nel settore automotive, in particolare alla Denso di San Salvo dove 170 lavoratori si trovano in cassa integrazione e gli ammortizzatori sociali scadranno a fine anno”.
“Per questo – aggiunge Manzi – chiediamo al Governo e alle istituzioni locali il massimo impegno per prevedere ammortizzatori sociali di lunga durata che accompagnino il processo della transizione ecologica che avrà effetti importanti nella filiera auto chietina e abruzzese in generale. Oggi ci sono tantissimi presidi davanti alla Marelli di Sulmona e alla prefettura di Teramo, oltre al sit in davanti alla sede del comune di San Salvo che ha visto la partecipazione di tantissimi lavoratori e la positiva risposta delle istituzioni, incontrando una delegazione e rendendosi disponibile per risolvere queste difficoltà”.