L’area verde del quartiere residenziale di Sant’Antonio a L’Aquila è stata intitolata a Mario De Nardis, già insignito, nel 2022, dallo Yad Vashem (l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme), della più alta onorificenza civile di Giusto tra le Nazioni, per aver salvato la vita di oltre 450 persone dal regime nazista.
Fu funzionario capo della Questura dell’Aquila durante la Seconda Guerra Mondiale, nel corso della sua carriera gloriosa fu responsabile degli ebrei internati nell’aquilano e si adoperò per proteggere le famiglie Billig, Fleischmann e Dagan dai rastrellamenti delle truppe naziste in Abruzzo salvandole dalla deportazione nei campi di sterminio.
A rievocare i fatti storici, nell’emozione collettiva degli invitati alla cerimonia, i racconti di Yaakov, figlio del sopravvissuto Manfred Billig, e dei pronipoti di De Nardis, Lorenzo Ferrante e Davide Pitone.
Le famiglie internate a Navelli, nel 1944, vennero allertate da De Nardis del pericolo imminente di deportazione in Polonia. Incitandole a scappare e aiutandole a trovare rifugio nel villaggio di Carapelle Calvisio, il funzionario si assicurò che le famiglie ebree potessero sfuggire alle persecuzioni. Nel borgo aquilano, inoltre, i fuggiaschi poterono contare anche sulla preziosa collaborazione dell’allora podestà di Carapelle Calvisio, Pancrazio De Lauretis, anche lui riconosciuto Giusto tra le nazioni dallo Yad Vashem, che procurò documenti italiani contraffatti necessari alla salvezza.
“Abbiamo scelto di posizionare la targa in memoria del nostro concittadino De Nardis, tra i 700 italiani riconosciuti Giusti fra le nazioni, nel luogo dove sorgerà il quartier generale del Centro nazionale del Servizio Civile universale – ha dichiarato il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi – i cui volontari potranno usufruire degli alloggi antisismici realizzati dopo il terremoto del 2009. La rigenerazione urbana del complesso e il trasferimento della memoria ai tanti giovani che popoleranno il quartiere assumono così un valore ancora più profondo”.
L’Ambasciatore d’Israele in Italia, Alon Bar, nel corso del suo intervento ha sottolineato il coraggio di De Nardis, che “non solo ha salvato delle vite in pericolo, ma ha garantito l’esistenza di intere generazioni che, senza il suo intervento, non sarebbero potute essere qui con noi oggi”.
”Questo giardino – ha concluso – con la storia che porta incisa nella targa che gli dà nome, può essere uno dei luoghi sui quali edificare il nostro futuro“.
- Beatrice Tomassi