Oltre Vasto, anche Lanciano aspetta fiduciosa l’avvio dei lavori per “il nuovo ospedale” , mentre ad oggi la popolazione locale registra l’annuncio di una Casa di Comunità, in via Spaventa, che dovrebbe supportare, sembra, l’ospedale nel servizio sanitario pubblico. Tuttavia, i cittadini continuano a lamentare e a registrare l’impossibilità di prenotare visite ed esami. Qualcuno, addirittura, teme che dietro la Casa di Comunità si nasconda il lento e progressivo depauperamento dell’attuale ospedale Renzetti, che non avrebbe bisogno di una Casa di Comunità se fosse semplicemente potenziato e rinnovato con i fondi PNRR a disposizione. Inoltre, nel nosocomio frentano si registra una continua diminuzione di medici e infermieri. I bandi vengono fatti dalla ASL, ma essi vanno deserti, perchè prevedono basse remunerazioni, come ci viene spiegato da qualche medico. E i risparmi delle mancate assunzioni, si chiedono in tanti, dove finiscono?
I più scettici credono che il tutto faccia parte di un disegno più ampio finalizzato a far registrare al nosocomio frentano scarsi numeri di assistenze e cure, così da giustificare l’eventuale morte annunciata del Renzetti e di tutti gli ospedali periferici, come già avvenuto recentemente per quelli più piccoli delle comunità montane. Tutto questo accade nell’impotenza dei cittadini che credono ancora in un servizio sanitario nazionale, pubblico ed essenziale, garantito dallo Stato, come sancito dalla Costituzione. Allora, anche se le ASL sono aziende, non si può pensare di organizzare e gestire la sanità solo attraverso la logica economica.
Significherebbe tornare indietro di un secolo: accentrare il servizio sanitario solo in agglomerati urbani più grandi (per l’Abruzzo forse massimo 3 ospedali?) e dare la possibilità di curarsi subito e bene solo a chi ha maggiori possibilità economiche.
Dunque, a seguito di rassicurazioni e proclami politici, ora si attendono i fatti. Ma bisogna fare in fretta!
- Marianna Di Desidero