ORTONA- Un appuntamento di tutto prestigio quello di domenica 19 febbraio, al Teatro Tosti, gestito dalla Compagnia dell’Alba, alle 17.30, con il concerto sinfonico PERCORSI SINFONICI AMERICANI. Di scena l’Orchestra Sinfonica Tosti di Ortona che sarà diretta, nell’occasione, dal maestro Donato Renzetti. Il programma prevede l’Adagio per archi di Samuel Barber e la Sinfonia n.9 op. 95 Dal nuovo mondo di A. Dvorak.
Nel 1935, a venticinque anni, Samuel Barber, vince il Prix de Rome americano, un riconoscimento che, sul modello storico di quello assegnato ai vincitori del concorso del Conservatoire di Parigi, consisteva in una borsa di studio di 2 mila e 500 dollari e nel soggiorno alla American Academy di Roma. Nonostante la sua giovane età, Barber poteva già vantare importanti affermazioni, come l’esecuzione di un suo brano, Music for a Scene from Shelley, da parte della New York Philharmonic, e la pubblicazione di alcuni suoi lavori da parte di un editore di primo piano come Schirmer. Fra i frutti del soggiorno romano vi fu anche un quartetto per archi op. 11, che venne eseguito a Villa Aurelia, sede dell’American Academy, il 14 dicembre I936, dal Quartetto Pro-Arte. Proprio il secondo movimento di questo Quartetto, l’Adagio, s’imporrà, negli anni, come la pagina più celebre del compositore, non però nella veste originaria, ma in una trascrizione per orchestra d’archi. Sembra che a suggerire questa trascrizione sia stato Arturo Toscanini; tramite del contatto con il maestro italiano fu certamente Giancarlo Menotti, compositore di un anno più giovane.
Barber appassionato della letteratura classica, si ispirò a un passaggio delle Georgiche di Virgilio
Il 16 dicembre 1893 Anton Seidl dirigeva alla Carnegie Hall di New York la prima esecuzione della Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 di Antonìn Dvorak, alla presenza dell’autore. Si trattò probabilmente dell’evento clou del soggiorno triennale di Dvorak negli Stati Uniti, fra l’ottobre del 1892 e l’aprile del 1895. Dvorak era stato invitato nel giugno 1891 a trasferirsi a New York, per assumere la direzione artistica del locale Conservatorio, da Jeannette Thurber, moglie di un ricco commerciante di generi coloniali; invito accolto dopo qualche esitazione e l’assicurazione di comprensibili garanzie. L’invito in America aveva dunque il significato di una consacrazione; ma il contatto con una cultura musicale composita, in evoluzione e così dissimile da quella europea non poteva non avere ripercussioni proprio sui nuovi esiti creativi del maestro boemo. Alcuni studenti di colore misero in contatto il maestro con la musica dei neri americani, con gli spirituals e i canti delle piantagioni. A Spilville, nello lowa, il compositore ebbe occasione di ascoltare canti della comunità indiana.
La Sinfonia in mi minore è la prima importante risposta a tali stimoli, e non a caso reca la celeberrima intitolazione “Z Nového svéta” (Dal nuovo mondo); appunto la discussa influenza del nuovo mondo costituisce il punto centrale delle diverse valutazioni che della partitura sono state fatte. Dvorak illustrò il titolo dell’opera spiegando che si riferiva semplicemente a «impressioni e saluti dal nuovo mondo»; ancora nel corso della stesura affermò che «l’influenza dell’America può essere avvertita da chiunque abbia fiuto». E molti compositori si domandarono se, con la nuova Sinfonìa, Dvorak intendesse inaugurare una nuova maniera, segnata dalla presenza di melodie ispirate al composito folklore americano. E in effetti la presenza di tali melodie è innegabile; nel primo tempo appare lo spiritual «Swing low, sweet chariot», mentre una generica ispirazione “indiana” hanno alcune melodie dei movimenti centrali. Tuttavia le melodie pentatoniche e l’armonia modale, la vitalità ritmica, sono caratteristiche proprie di tutta la musica di Dvorak; inoltre non mancano nella partitura chiari tratti del folklore boemo. Semmai tutta l’invenzione melodica della Sinfonia in mi minore presenta un’estrazione “primitiva”, stagliata nitidamente più che non nella precedente esperienza sinfonica dell’autore.
L’orchestra sarà diretta dal Maestro Donato RENZETTI, vanto nazionale della direzione d’orchestra e abruzzese di nascita.Ha studiato composizione e direzione d’orchestra al Conservatorio Giuseppe Verdi (Milano). È tra i direttori d’orchestra italiani più affermati nel mondo. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti in importanti concorsi internazionali: il “Diapason d’Argento” nel 1975 e nel 1976 al Gino Marinuzzi (1882-1945) di San Remo, l’Ottorino Respighi nel 1976 all’Accademia Chigiana di Siena, la medaglia di bronzo nel 1978 al “Primo Concorso Ernest Ansermet” di Ginevra, nel 1980 è stato nominato all’unanimità vincitore assoluto del “X Concorso Guido Cantelli” del Teatro alla Scala di Milano al Teatro Coccia di Novara.
La sua carriera non ha avuto sosta alternando l’attività sinfonica con produzioni d’opera lirica e registrazioni discografiche. Ha diretto alcune tra le più importanti orchestre del panorama musicale internazionale: la London Sinfonietta, la London Philharmonic, la Philharmonia di Londra, l’English Chamber Orchestra, la RIAS di Berlino, l’Orchestra di Stato Ungherese, la Filarmonia di Tokyo, la Filarmonica di Buenos Aires, l’Orchestra della Scala di Milano, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma, la Dallas Symphony, la BRT di Bruxelles, l’Orchestre National du Capitol de Toulouse, l’Orchestre National de Lille e la National del Lyon, la Zeeland Symphony, l’Orchestra della RAI di Milano, Torino, Roma e l’Orchestra Scarlatti di Napoli, l’Orchestra Sinfonica di Bilbao.È stato invitato nei principali teatri lirici del mondo: Opera di Parigi per Jérusalem con Veriano Luchetti, Silvano Carroli e la Gasdia nel 1984, Royal Opera House, Covent Garden di Londra con L’Italiana in Algeri con la Horne nel 1989, Grand Theatre de Ginevra per Les vêpres siciliennes con Giuliano Ciannella e Robert Lloyd nel 1985, Staatsoper di Monaco, Capitol de Toulouse, Carnegie Hall e Metropolitan di New York, Lyric Opera di Chicago, Opera di Dallas, San Francisco Opera, Teatro Colon di Buenos Aires, Teatro Bunka di Tokyo, Teatro Megaron di Atene, Teatro alla Scala di Milano e tutti i maggiori teatri italiani; è stato ospite nei Festival di Glyndebourne, di Spoleto, di Pesaro e al Festival Verdi di Parma.
In quest’occasione, verrà, inoltre, sancita la convenzione UN DIRETTORE PER L’OST fra l’Orchestra Sinfonica Tosti, di cui è direttore artistico Paolo Angelucci, e la Fondazione di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo, un progetto triennale che vedrà il migliore allievo del M° Renzetti invitato a dirigere un concerto dell’Orchestra adriatica.
Info e biglietti al botteghino del Teatro Tosti aperto martedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle ore 18.00 alle 20.00 e giovedì dalle ore 10.30/13.00. E’ possibile l’acquisto on line sul circuito Ciaotickets.
Daniela Cesarii