E’ ormai così dal 2017. Era la terribile notte di Rigopiano, l’Abruzzo era sommerso dalla neve e una scossa di terremoto sconvolse gli animi di tutti.

A Lanciano, dopo una giornata di blackout totale, intorno alle 22 crollò, implodendo su se stesso il tetto, in eternit, di una struttura di via Brescia, a due passi dall’ospedale.
Lo stabile aveva negli anni ospitato diverse attività: concessionarie d’auto, palestre, negozi di abbigliamento. Una vecchia struttura in cemento della fine degli anni 60. Muri già fatiscenti e distese di eternit che negli anni avevano già allarmato i residenti che avevano prodotto numerose raccolte di firme per bonificare la zona. Nulla fatto.
Nel frattempo la parte confinante, destinata alle abitazioni, era stata acquistata da un’impresa di costruzione che con una lavoro di grande qualità ne ha riqualificato e ricostruito un palazzo signorile.

Dietro però il mostro in cemento e amianto c’era e purtroppo c’è ancora. Decine di metri quadri crollati sotto il peso di una neve acquosa distrussero in pochi minuti tutto.
Lo scenario era desolante, i timori dei residenti che quel crollo potesse comportare danni alla salute era un incubo.
La Asl rassicurò tutti, le polveri dannose per fortuna erano rimaste tutte sotto la spessa coltre di neve. Dopo 3 mesi l’area venne bonificata.
Da allora, da ormai quasi 6 anni, l’abbandono dei locali, parliamo di centinaia di metri quadri, è totale.
“Raccolgo i panni stesi rosicchiati dai topi”, racconta una donna che abita di fronte. Le persone sono ormai rassegnate. Lo spettacolo al quale sono costrette ad assistere ogni volta che aprono una finestra è desolate. “Non lasciamo nulla sui balconi, la paura che i topi salgano ai piani superiori è tanta”.

La zona oggi si presenta come una gigantesca vasca da bagno a cielo aperto. All’interno e nei locali sottostanti sporcizia, calcinacci, umidità, ratti, erbacce e degrado sono all’odine del giorno. In passato era anche ritrovo di sbandati e senza tetto e non sono mancate segnalazioni di spaccio.
La struttura è di un privato che ha anche messo in vendita il tutto. “SI AFFITTA O SI PERMUTA” è scritto su un cartello. Sembrerebbe che dei potenziali acquirenti ci siano stati, ma al momento non si hanno notizie di contratti firmati. Nel frattemo dai muri sono spunati tubi arancioni che drenano acqua, putrida, piovana. Liquami che dopo aver stagnato fra i topi e i detriti vengono rigettati sull’asfalto e nelle aree dei palazzi vicini.

Questa mattina un donna che abita in un condominio poco distante mentre prendeva l’auto ha notato un topo talmente grande da scambairlo per un gatto: ” siamo abituati, hanno rosicchiato anche i cavi elettrici del cancello automatizzato…”
Abituati a cosa? Al degrado?


