Valeria Esposito oggi è viva, ha una splendida famiglia, tre bambini e un lavoro che la gratifica. Quella notte del 6 aprile 2009 era in casa a via Campo di Fossa. La storia la conosciamo tutti, la tragedia il dolore le lacrime…
Valeria riuscì a sopravvivere 22 ore sotto le macerie, certo ne è uscita viva ma la polvere il buio e il terrore sono un ricordo indelebile che fanno ancora male. In quel palazzo morirono decine di persone, Valeria fu salvata dai vigili del fuoco, da quei vigili che erano comandati dal patrigno di Ilaria Rambaldi che invece fu trovata morta insieme al fidanzato Paolo.
E fa ancora più male quando un giudice ti dice che un po è stata anche colpa tua. Perchè eri in casa, l’Aquila era tormentata dalle scosse da mesi.
“È una colpa, per le vittime sotto le macerie del crollo, non essere usciti di casa dopo due scosse di terremoto molto forti che seguivano uno sciame sismico che durava da mesi”.
E’ un passaggio della sentenza in sede civile del Tribunale dell’Aquila riferita al crollo di uno stabile in centro del capoluogo abruzzese nel sisma del 6 aprile 2009 in cui morirono 24 persone sulle 309 complessive.
Un concorso che può stimarsi nel 30 per cento, ovvero la misura di cui verrà decurtato il risarcimento danni stabilito.
Al giudice Monica Croci forse sarà sfuggito che Valeria, Ilaria, Paolo e altre centinaia di persone era state rassicurate. “Il luogo più sicuro è la vostra casa”. Avevano detto.
Nei giorni scorsi la trasmissione le Iene è giunta a Lanciano con l’inviata Roberta Rei. L’intervista è andata in onda ieri sera.