ORTONA – Lettere anonime diffamatorie nei confronti del primo cittadino Leo Castiglione.
Il sindaco in una conferenza stampa, da lui stesso definita difficile, ha affermato di aver proceduto a sporgere una denuncia contro ignoti per via di lettere spedite per posta, che sono state inoltrate anche tramite messaggistica di WhatsApp, contenenti frasi volgari e sessiste a donne che, afferma il sindaco, «hanno l’unica colpa di lavorare con me».
Castiglione parla di una macchina del fango avviata subito dopo la sua rielezione e mirata a screditare la sua figura non solo di primo cittadino ma anche di uomo, padre e compagno. «Questo perché sono coinvolte non solo le persone oggetto di diffamazione ma anche i loro parenti più cari» precisa Castiglione che chiede «di fermare la diffusione di queste lettere dal contenuto violento e gratuito nel rispetto anche delle donne coinvolte» assicurando che continuerà a fare il suo dovere a testa alta.
Solidarietà trasversale per il sindaco è arrivata da tanti semplici cittadini che sui social hanno voluto esprimere la propria vicinanza e dai consiglieri comunali di minoranza, Ilario Cocciola, Angelo Di Nardo, Franco Vanni, Gianluca Coletti, Simonetta Schiazza ed Emore Cauti. La minoranza compatta in una nota esprime «totale solidarietà alle vittime del gesto, inqualificabile e vigliacco, diffuso in questi giorni con note di raro squallore sessista e di scarsa umanità».
«Le vittime- continua il comunicato – non sono solo coloro che vengono indicati negli atti anonimi, ma lo è anche la nostra società, poiché si registra la totale assenza di rispetto delle persone e del convivere in serenità. Ci auspichiamo con ogni forza che intervengano gli organismi di tutela della comunità, nessuno escluso, affinché chiunque sia il colpevole (o colpevoli) di tale azione sia consegnato alla giustizia ed allontanato dal vivere sociale. Infine, sentiamo la necessità di prendere le distanze da un fare politica che non ci rappresenta e assolutamente non in linea con i valori che intendiamo perseguire per il bene della nostra comunità. Invitiamo l’intero consiglio comunale ad elaborare un atto unitario diretto a prendere, nella sua interezza e rappresentanza istituzionale, le distanze da questo vile gesto».
Daniela Cesarii