È stato accolto a L’Aquila ieri sera il gruppo di 61 persone, tra atlete, staff tecnico e accompagnatori, della nazionale femminile di ciclismo dell’Afghanistan, giunto in Italia attraverso un corridoio umanitario e che verrà ospitato in alcuni degli alloggi del progetto Case.
Attraverso un volo speciale hanno raggiunto l’Italia dal Pakistan, Paese in cui hanno trovato protezione a seguito della restaurazione del regime talebano in Afganistan. Ad attenderli all’aeroporto di Fiumicino il sindaco del capoluogo abruzzese, Pierluigi Biondi.
Continua la macchina della solidarietà già messa in campo dall’amministrazione comunale dallo scorso marzo per ospitare circa 60 rifugiati provenienti dall’Ucraina, tra componenti della nazionale U23 e Juniores di ciclismo e calciatori delle formazioni giovanili della Dinamo Kiev, oltre alle relative équipe di assistenti e allenatori.
“Siamo orgogliosi di poter essere parte attiva di un corridoio umanitario straordinario, dedicato a garantire un rifugio sicuro e certezze alle ragazze della nazionale di ciclismo afghana e allo staff tecnico che agli occhi del regime hanno la sola “colpa” di voler praticare sport. – ha detto il sindaco – Per questo motivo il ritorno a casa può rappresentare un rischio persino della stessa vita per molte e molti di loro”.
Alla sfortuna di avere a disposizione progetti Case e Map costruiti dopo il terremoto, si affianca la fortuna di avere un luogo pronto per ospitare le persone in fuga.
“L’Aquila – ha continuato Biondi – metterà a disposizione una quota degli alloggi antisismici realizzati nel post terremoto, confermando il modello di accoglienza e inclusione sociale già attuato negli ultimi mesi con l’ospitalità offerta agli atleti della nazionale giovanile di ciclismo ucraina e ai giovani calciatori della Dinamo Kiev, in fuga dalla guerra e che attualmente vivono in alcuni degli appartamenti del progetto Case. Non dimentichiamo l’enorme solidarietà ricevuta dalla comunità nazionale e internazionale all’indomani del terremoto del 6 aprile 2009 ed è naturale restituire, con lo stesso spirito di collaborazione e sentimenti di amicizia, soccorrere chi soffre per gli orrori del conflitto bellico e dell’oscurantismo talebano“.
Beatrice Tomassi