Teatro, incontri d’autore e danza sono pronti per chiudere l’edizione 2025 del Flic – Festival Lanciano in Contemporanea in un weekend ricco di eventi.
Primo appuntamento domani, venerdì 21 novembre, alle ore 21 nella Sala Mazzini di Lanciano, Green Days a cura di Campo Teatrale. È la storia di due generazioni a confronto. Marco ed Emma, padre e figlia, millenial e gen Z. Lui, all’insegna di una vita precaria.
Lei, spesso più genitore che figlia, impegnata come tutti i giovani tra scuola, lavoro, smartphone e una vita di passioni e amicizie. Una di queste passioni è l’ecologismo. Emma insegna al padre le buone pratiche e Marco accetta, anche se con fatica, brontolando un po’.

Finché un giorno, Marco riceve una proposta di lavoro che potrebbe cambiare la sua vita e quella di sua figlia: guardia di sicurezza presso un’azienda di distribuzione di gas metano. Emma chiede a suo papà di non accettare il lavoro, perché andrebbe contro tutto ciò in cui lei crede.
Marco è davanti a un bivio. La sua decisione cambierà per sempre le loro vite.Uno spettacolo che parla con coraggio di temi come il cambiamento climatico e la sostenibilità. Temi oggi fondamentali che Campo Teatrale affronta attraverso la già complicata relazione tra un giovane padre che ha rinunciato ai suoi sogni per crescere una figlia arrivata troppo presto e quella figlia ora adolescente. In questo scenario le cose si confondono e si ingarbugliano. Ciò che resta chiaro è che le nostre scelte di vita condizioneranno il nostro futuro, quello dei nostri figli e quello dell’intero pianeta.

Sabato 22 novembre, dalle ore 19.30, al Liceo Classico Vittorio Emanuele II di Lanciano, sarà una serata tutta dedicata alla danza a chiudere il Flic 2025. Si parte con il terzo appuntamento con Racconti di Danza con l’ospite Roberta Ferrara. Attraverso la moderazione di Nicolò Abbattista, il percorso si articola attorno a tematiche di rilevanza contemporanea.
L’incontro non si limiterà a esplorare l’arte della danza, ma la utilizza come veicolo per stimolare una riflessione critica su questioni sociali e culturali di stringente attualità.A seguire sarà la volta della prima regionale di Corpo, a cura di Naturalis Labor, con Elda Bartolacci e Davide Angelozzi.

L’idea dello spettacolo nasce dal desiderio di riconnettersi con la natura, utilizzando il corpo come tramite. Un corpo che ha smesso di vivere in natura da molto tempo e che nel corso della sua evoluzione ha focalizzato la propria attenzione su altri aspetti, lasciando che il mondo vegetale diventasse semplice sfondo della nostra vita quotidiana.
Secondo i due autori l’umanità necessita ore di una nuova evoluzione, anzi una rivoluzione rivolta alla comprensione del mondo vegetale, le cui dinamiche possono essere di ispirazione anche per le dinamiche sociali umane.
La serata proseguirà poi con An Echo, A Wave. Probabilmente non esiste altra veduta come quella del mare che possa avvicinarsi a spiegare il difficile concetto dell’eternità. Osservando la sua superficie blu apparentemente infinita, riusciamo a comprendere quanto siamo effimeri, piccoli e limitati.
Sul Mar Mediterraneo sono state raccontate e scritte grandi storie da parte di tutti i popoli su di esso affacciati, ispirate da scoperte, conquiste o guerre che hanno condotto fino a noi l’eco di infinite speranze, tragedie insopportabili e straordinari incontri.
Quelle onde hanno attraversato la storia, sono sempre state occasioni di partenze, incontri e abbandoni. Sono queste emozioni ad ispirare il coreografo Philippe Kratz, cresciuto artisticamente all’interno di Aterballetto, nella creazione di An Echo, A Wave. Guardando il fluire del movimento di un danzatore, ritroviamo a volte quel moto naturale e ininterrotto delle superfici marine.
E due persone che ballano passano sempre attraverso stati d’animo diversi, emozioni contrastanti, vicinanza e distanza.Infine, a chiudere questa ricca edizione 2025 del Flic – Festival Lanciano in Contemporanea sarà lo spettacolo Confini disumani a cura di Equilibrio Dinamico.
Ispirato al testo Solo Andata di Erri De Luca, Confini disumani è una preghiera fisica, una denuncia, un quadro nudo e avvilito della nostra società. È una chiamata civile, una riflessione sofferta sulla perdita del senso di appartenenza.
Un gruppo di migranti privi di identità che toccano lo stato d’animo della paura, della perdita, dell’ego accecato ed ancora si imbattono senza sosta nel pericolo. Una lente di ingrandimento su un viaggio sofferto che restituisce corpi privi di appartenenza in un racconto che si fa odissea contemporanea. Nessun bluff. È quello che ancora oggi accade.







