La LNDC Animal Protection esprime forte preoccupazione per gli emendamenti approvati dal Consiglio Regionale dell’Abruzzo alla Legge Regionale 47/2013, che regola la tutela degli animali d’affezione e la prevenzione del randagismo.
L’associazione ha inviato una lettera al consigliere Massimo Verrecchia, promotore delle modifiche, chiedendo chiarimenti sulle motivazioni e sugli effetti concreti delle nuove disposizioni.

Le modifiche contestate
Secondo la LNDC, gli emendamenti approvati il 29 ottobre rappresentano un passo indietro nella tutela del benessere animale, con il rischio di ridurre la trasparenza nella gestione dei canili e dei rifugi.
Uno dei punti più critici riguarda la riduzione dei giorni di apertura obbligatoria al pubblico, che passano da sette a cinque a settimana.
Una scelta che, secondo l’associazione, limita la possibilità per i cittadini di visitare le strutture e di adottare gli animali ospitati, riducendo quindi la partecipazione e la visibilità delle adozioni.
Ambiguità sulla presenza di volontari e veterinari
LNDC segnala inoltre modifiche al comma 5 dell’articolo 8-bis, dove l’obbligo di “garantire” la presenza dei volontari e dei veterinari all’interno dei canili privati è stato sostituito con la formula “consentire o assicurare”.
Un cambiamento apparentemente minimo, ma che secondo l’associazione introduce un’ambiguità pericolosa: la nuova espressione potrebbe permettere ai gestori di considerare facoltativa la presenza di figure fondamentali come volontari e veterinari, riducendo i controlli e indebolendo il sistema di garanzie oggi previsto.
“La presenza dei volontari nei canili è un presidio di legalità e trasparenza. Limitare o rendere facoltativa la loro presenza significa aprire la porta a un modello di gestione più chiuso, meno partecipato e potenzialmente meno attento al benessere degli animali”, ha dichiarato Piera Rosati, presidente di LNDC Animal Protection.
Rischi per trasparenza e salute animale
Particolarmente grave, sottolinea l’associazione, è l’utilizzo della stessa espressione anche per la presenza dei veterinari, che per legge devono essere sempre garantiti all’interno delle strutture.
Una formulazione così ambigua, avverte la LNDC, potrebbe persino essere interpretata come una deroga a un obbligo sanitario previsto da normative regionali e nazionali, con conseguenze dirette sul benessere e sulla salute degli animali custoditi.
Appello al confronto con la Regione
La LNDC ha invitato il consigliere Verrecchia a spiegare pubblicamente le ragioni delle modifiche e ha chiesto alla Regione Abruzzo di aprire un confronto costruttivo con le realtà che operano quotidianamente sul territorio nella tutela animale.
“Ogni intervento normativo in questo ambito dovrebbe nascere da un dialogo con chi si occupa concretamente di protezione animale. Non possiamo permettere che anni di impegno e conquiste vengano vanificati da modifiche che rischiano di penalizzare gli animali”, ha aggiunto Rosati.
Il quadro normativo
LNDC richiama anche la Circolare del Ministero della Salute n. 5 del 2001, che prevede la stipula di convenzioni preferenziali con associazioni animaliste per la gestione dei canili comunali, a conferma dell’importanza del volontariato nel promuovere trasparenza e adozioni consapevoli.
Un principio che, secondo l’associazione, rischia di essere compromesso dalle nuove disposizioni approvate in Consiglio regionale.
- Dennis Spinelli









