ORTONA- Vertenza Teknè: si valuta l’intervento di un soggetto pubblico per assicurare la continuità aziendale. Una notizia resa nota da “Il Sole 24 Ore” attraverso l’agenzia Radiocor che la Fiom Cgil valuta positivamente, mantenendo sempre un atteggiamento di prudenza. Non è ancora insomma tempo di festeggiare e la prudenza mostrata dalle sigle sindacali è frutto del fatto che la notizia non sia ancora certa. Resta però, aspetto positivo, che la valutazione di un ingresso pubblico nell’azienda, che produce veicoli speciali e militari oltre a soluzioni di elettronica per la difesa, sia stato richiesto dai sindacato a gran voce al governo.
L’intervento pubblico nel capitale, dovrebbe avvenire attraverso Invitalia o un altro soggetto da individuare per assicurare la continuità aziendale in termini di produzione e occupazione.

L’azienda è in crisi di liquidità, dal 2024, crisi che ha avuto ripercussioni sui lavoratori, 180 addetti, rimasti in cassa integrazione per sei mesi a cavallo tra il 2024 e il 2025. La scorsa primavera la statunitense Nuburu aveva tentato di acquisire il controllo di Tekne, ma l’operazione è stata bloccata dal governo che ha esercitato, in estate, la Golden Power.
Secondo quanto riportato, l’intervento pubblico avverrebbe in una prima fase attraverso un rafforzamento del capitale e l’ingresso di almeno un rappresentante nel Consiglio di amministrazione.
La guida manageriale resterebbe all’attuale amministratore delegato e socio di maggioranza, Ambrogio D’Arrezzo. In prospettiva, si ipotizza un riassetto societario volto a garantire maggiore solidità e supporto alla crescita.

“Valutiamo positivamente ma in maniera cauta, sino a quando non avremo notizie ufficiali l’ ingresso pubblico in Tekne- dichiara Andrea De Lutis, Segretario generale della Fiom Cgil provinciale- Se così fosse questo è un segnale forte che abbiamo chiesto da tanto tempo al Governo per risolvere positivamente la vertenza”.
La Rsu di Tekne e la Fiom Cgil sottolineano che nelle scorse settimane avevano già sollecitato l’attiva partecipazione e la convocazione di un tavolo da parte del MIMIT.
Le indiscrezioni confermano che il MIMIT sia fortemente attivo sulla questione, il che fa ben sperare.
“Ci auguriamo che finalmente ci si avvii verso la chiusura di questa complessa vertenza– prosegue De Lutis- È fondamentale che l’eventuale ingresso di altre società, in un futuro riassetto, sia valutato in maniera estremamente minuziosa per garantire pienamente i livelli occupazionali, lo sviluppo e la continuità aziendale.
Su un punto siamo chiari e intransigenti: non accetteremo nessun tipo di delocalizzazione, nemmeno in parte. La Tekne è un’azienda abruzzese e vogliamo che resti profondamente legata alle proprie radici e al proprio territorio”.
- Daniela Cesarii