La comunità della Parrocchia di San Pietro a Lanciano, vive giorni di smarrimento e dispiacere per il trasferimento di Padre Vincent, figura che negli ultimi anni ha segnato profondamente la vita parrocchiale.
Padre Vincent era arrivato in sordina, in una realtà che – come raccontano alcuni fedeli – “era diffidente e distante dall’istituzione ecclesiastica”. Con il tempo, però, il suo stile semplice e diretto, la sua capacità di ascolto e di vicinanza alle persone hanno saputo ricucire i rapporti e ricostruire il senso di comunità.
“Con la sua parola e con il suo esempio – spiegano Armando Palmieri, Giacomo Bona, Alessandro Falconio e Franco Di Bucchianico – ci ha fatti ritrovare uniti attorno all’altare, nei banchi, nel cortile e nelle strade come uomini e donne della Parrocchia di San Pietro. Ha ridato vita alla parrocchia, ha riavvicinato i giovani alla preghiera e le famiglie alla Chiesa, ai Sacramenti, al senso di partecipazione spirituale. Tutto questo con umiltà, senza escludere nessuno, accogliendo storie, fatiche e ferite personali”.
Il distacco, imposto da decisioni superiori, viene vissuto come doloroso e incomprensibile. “Non è Dio che vuole questo distacco – sottolineano i fedeli – ma una scelta cieca, lontana dalla realtà della nostra comunità. La Chiesa dovrebbe essere simbolo di libertà, di unione e di comprensione, invece troppo spesso si ritrova nelle decisioni imposte e deliberate senza ascolto e senza condivisione”.

Palmieri, Bona, Falconio e Di Bucchianico citano le parole di Madre Teresa di Calcutta – “se non abbiamo pace è perché abbiamo dimenticato che apparteniamo gli uni agli altri” – e quelle di Papa Francesco: “tutto ciò che è umano è degno di essere abbracciato dall’amore e dalla misericordia di Dio”. “Padre Vincent ha incarnato queste parole – commentano – ma sembra che tutto questo per la Chiesa non conti. Non interessa la continuità di un cammino spirituale, né la guida di un parroco vicino alle persone”.
Nonostante l’amarezza, la comunità riconosce il valore del percorso compiuto: “Padre Vincent ha seminato nella buona terra e i frutti del suo esempio resteranno. Continueremo a pregare per lui, anche se ci è stato impedito di farlo insieme e vicini”.
Le firme conclusive non sono più un saluto privato, ma il simbolo di una comunità che, pur provata, resta unita: “Nella pietà che non cede al rancore, madre ho imparato l’amore”, ricordano citando Fabrizio De André.