ORTONA- Mohammed Sadallah è un giovane marito e padre. Lui e la sua famiglia non mangiano carne da un anno e frutta e verdura da un anno e mezzo. Hanno visto morire giorno dopo giorno parenti e amici. E non sanno se domani saranno in vita. Mohammed vive a Gaza City dove si sta consumando, in diretta streaming, un autentico massacro, uno sterminio della popolazione, un sterminio della cultura e delle tradizioni, della fauna e flora locale.
Gaza è un posto dove anche i medici e operatoti sanitari muoiono, da un stima approssimativa sono mille e 700 le vittime, e dove anche i giornalisti vengono messi a tacere: 230 i morti.

Di fronte a quanto sta avvenendo Ilario Cocciola, consigliere di minoranza, ex candidato sindaco del centro sinistra, con la collaborazione del gruppo cittadino e regionale di Avs-Si, con Daniele Licheri, e delle due attiviste Elsa Flacco e Andreina Sirena che fanno parte dell’associazione “Schierarsi” e della rete “Doomed for Gaza” con il sostegno del Pd ortonese, ha lanciato una proposta di gemellaggio sulla scia di quanto fatto da Mimmo Lucano sindaco di Riace.
L’iniziativa è stata presentata alla cittadinanza dal gruppo di lavoro negli spazi, per l’occasione affollatissimi di ZooArt grazie alla piena disponibilità di Gabriele Lacchè e Tommaso D’Anchni. Nel corso della presentazione c’è stato un breve collegamento con Mohammed che Andreina e Elsa conoscono e aiutano da tempo.
Mohammed racconta la sua vita e lo fa senza disperazione ,ma con rassegnazione ed è quello che fa più male:
“Ringrazio dal cuore di un uomo che è nel mezzo di un massacro. Noi qui non abbiamo nessuno tranne Dio e voi che ci date sostegno, che Dio vi benedica e benedica quello che state facendo per noi”.
Si tratta di un progetto che va oltre il patto di amicizia tra due città, che potrà essere sviluppato una volta finita la guerra, e che vuole fornire un aiuto concreto a chi vive in mezzo nell’incertezza se l’indomani sarà vivo o no.
“La proposta è quella di mettere a disposizione dei gazawi la nostra comunità e il nostro territorio in tutti i sensi- spiega Cocciola- è gia partita una raccolta fondi in modo da far arrivare soldi direttamente sui conti delle famiglie. Si potrebbe poi mettere a disposizione il nostro presidio ospedaliero per curare i feriti sulla scorta di quanto già fatto dall’ospedale le Torrette di Ancona. Una volta arrivato il ferito si potrebbe poi tentare la strada del congiungimento familiare per far partire una catena di salvataggio”. La delibera sarà portata all’odg del prossimo consiglio comunale.
- Daniela Cesarii