Sabato sera consegnato all’immunologo lancianese l’ambito riconoscimento
Per la prima volta a luglio, invece che a settembre, e per la prima volta in una sede diversa dal Teatro Fenaroli. L’edizione 2025 del Premio “Frentano d’Oro” ha sommato in sé il pathos di una tradizione consolidata e rigorosa e una ventata di novità che non stonano con il carattere vivace, brillante ed estroverso dell’immunologo Fabio Luciani, professore di fama internazionale a Sydney, al quale sabato sera, 5 luglio, in un Polo Museale gremito e festante, è stato conferito il XXVI Frentano d’Oro.

Il Premio, promosso dall’omonima associazione culturale, il cui Presidente è Stefano Graziani, si è rivelato, ancora una volta, un’iniziativa prestigiosa, autorevole, di grande spessore morale e culturale, capace di risvegliare nei frentani quel senso forte di appartenenza alla propria terra d’origine, senza scadere mai nello sterile campanilismo.
La cerimonia di premiazione, condotta, come di consueto, da Mario Giancristofaro, decano dei giornalisti d’Abruzzo e coordinatore del Premio, è stata ricca e scandita da diversi interventi, a cominciare da quello di Giorgio Turchetti, docente emerito di Fisica dell’Università di Bologna nonché relatore della tesi di Luciani; a seguire la professoressa Rachele Ciccocioppo, professore ordinario di Gastroenterologia presso l’Università “G. D’Annunzio” di Chieti e responsabile del reparto di Endoscopia digestiva dell’ospedale di Chieti; e poi la professoressa Rita Crisanti, docente di italiano di Fabio Luciani al Liceo Scientifico; infine il Sindaco Filippo Paolini, l’Assessore alla Cultura Danilo Ranieri e il Presidente Stefano Graziani.

Pur nella loro diversità e unicità, il fil rouge che ha legato i vari interventi è stato il carattere curioso e indomito di Luciani, definito dal quotidiano La Repubblica “lo scienziato ribelle” e “cavallo pazzo” da uno dei suoi docenti all’Università di Bologna, definizioni che mettono in luce l’inquietudine intellettuale che è propria soprattutto di chi si dedica alla ricerca. Una ricerca – anche questo è stato ribadito più volte – che avrebbe bisogno di più mezzi e tutele per far sì che le menti più brillanti non espatrino.
L’irrequietezza e la curiositas di Fabio Luciani sono state sottolineate anche dal Comitato direttivo del Premio nella motivazione:
Se un altro personaggio esistesse, oltre a Ulisse, da poter incarnare l’eroe del “folle volo” dantesco, quello sarebbe il lancianese Fabio Luciani, Frentano d’Oro del 2025.
Folle e temerario è forse il volo di un fisico che, per caso, s’approccia all’immunologia, che scommette, da indomito pioniere, sul valore dell’intelligenza artificiale. Ma è questo un volo felice, senza incrinature né cadute definitive, la favola bella, eppure autentica, di un ragazzo degli anni Settanta, sbarcato a Sydney, che diventa professore di fama internazionale.
Della sua inarrestabile curiositas, che condivide con il laerziade e che lo ha portato a compiere viaggi geografici ma anche infinite e metaforiche peregrinazioni interdisciplinari, Luciani ne fa puntello, arma da opporre alle leggi già scritte e all’appiattimento dottrinario; enfant prodige, innamorato dei numeri ma poco incline allo studio, egli ha mantenuto lo spirito ribelle e fiero che lo caratterizzava da bambino, quel modo di muoversi nel mondo in piena autonomia e, se necessario, “in direzione ostinata e contraria”, come direbbe De André. È un ulisside Fabio Luciani, umile e coraggioso, che ha per Itaca la sua Lanciano, centro di una dimensione eterna che sa d’infanzia e di affetti, di sacrifici e di marachelle insieme; città mai davvero abbandonata, isola che s’intreccia al cuore di uno scienziato visionario che usa ancora il dialetto natio come cifra identificativa, che sogna di tenere in scacco le malattie autoimmuni e il cancro, che insegna ai suoi studenti, come un filosofo, a porsi senza fine la domanda antica del perché delle cose.
Fabio Luciani ha ricevuto il Premio, che consiste nell’ambitissimo “Uomo vitruviano”, scultura realizzata su calco dell’omonima opera di Mario Ceroli, dalle mani di Vilma Campitelli, flautista e Frentano d’Oro uscente.
“Bisogna andare avanti con passione in ogni cosa che si fa e porsi sempre delle domande, lo dico sempre ai miei figli e ai miei studenti” ha affermato Fabio Luciani.
“Il perché è alla base di tutto. Bisogna essere sempre curiosi e appassionati”. Infine, come ultimo messaggio e augurio a tutti: “Vorrei che questo Premio spingesse tante persone a capire cosa fare davvero nella vita e a scegliere cose positive, che danno ottimismo e felicità”.