“Gravi episodi di aggressione fisica e verbale, molestie sessiste e tentativi di ostacolare l’attività sindacale”. In una nota la Cgil Chieti rende noto la decisione del Tribunale di Chieti che ha condannato l’azienda l’Aquila Spa per condotta antisindacale avvenuti durante una riunione del 23 aprile scorso.
Il responsabile delle relazioni industriali è Tommaso Di Nardo, che per anni ha guidato l’azienda di famiglia prima di passare il timone al figlio Angelo, che è stato recentemente eletto sindaco di Ortona.

La decisione, emessa dal giudice del lavoro di Chieti, Laura Ciarcia, ha accolto il ricorso presentato dalla Ficams CGIL di Chieti, assistita dagli avvocati Carlo de Marchis Gomez e Silvia Conti.
“Mai avremmo pensato – dichiara Franco Spina segretario generale della Cgil Chieti – che nel corso di una riunione sindacale, un nostro sindacalista diventasse oggetto di aggressione e che una nostra dirigente subisse gravi allusioni di tipo sessista.
Prendiamo atto positivamente di questa sentenza attendendoci adesso un deciso cambio di passo da parte dell’azienda così come evidenziato dalla sentenza, riservandoci comunque ogni azione a difesa dei lavoratori e delle corrette relazioni sindacali”.
Francesco Marrelli, segretario generale Cgil L’Aquila, sottolinea, invece, come l’’amministratore della società, ad oggi non si sia dissociato da questi comportamenti inqualificabili. Anzi, in concomitanza della decisione, Aquila spa non ha esitato a licenziare il nostro delegato sindacale e altri lavoratori nostri iscritti.
Accogliamo con favore la decisione del giudice di condannare la società anche ad un ingente risarcimento danni ma fino a che tutti i lavoratori non verranno reintegrati la Filcams farà quanto possibile per riportarli al lavoro”.
“Una sentenza di grande rilevanza per la tutela della dignità sindacale e dei lavoratori” la definisce cosi Daniela Primiterra segretaria generale Filcams Chieti. All’epoca dei fatti l’amministratore delegato della società “Aquila”, Angelo Di Nardo, in una nota aveva parlato di “un confronto acceso come se ne possono verificare a un tavolo sindacale” sottolineando che tutti gli altri rappresentanti sindacali siano rimasti al tavolo sottoscrivendo, al termine dell’incontro, il verbale di accordo aziendale sulle questioni oggetto della riunione.