I famigliari di Andrea Prospero, lo studente universitario frentano trovato senza vita il 29 gennaio scorso in un appartamento di Perugia, sono tornati nel capoluogo umbro per incontrare il sostituto Annamaria Greco, cotitolare del fascicolo coordinato dal procuratore capo Raffaele Cantone.
Il padre Michele, la madre Teresa ed il fratello maggiore Marco sono stati accompagnati dai loro legali, gli avvocati Francesco Mangano e Carlo Pacelli.

Il pm ha confermato che si attende l’ultima informativa della polizia postale sui tre cellulari sequestrati al diciottenne romano, agli arresti domiciliari per istigazione al suicidio, per avere aiutato Andrea a mettere in atto il suo proposito autolesionistico mentre stavano chattando su un gruppo Telegram
Un altro ragazzo di Afragola (Napoli), è indagato invece per cessione di sostanze stupefacenti per aver venduto a Prospero l’ossicodone usato per togliersi la vita nell’appartamento di via Del Prospetto.
Restano i dubbi della famiglia sugli ultimi istanti di vita del diciannovenne e chiesto ulteriori approfondimenti per capire se Andrea fosse solo quel giorno, se invece con lui c’era qualcuno che l’abbia costretto al gesto estremo.