Cresce vertiginosamente l’emergenza abitativa in Abruzzo. In una nota congiunta, Alessandra Tersigni, Segretaria Cgil Abruzzo Molise, e Giuseppe Oleandro, Presidente Sunia Abruzzo Molise, hanno designato un quadro critico sulla situazione generale nella Regione, con la provincia pescarese che detiene i dati peggiori rispetto ai disagi abitativi legati alle spese su affitti, bollette e altre utenze.
Emergenza abitativa in Abruzzo: dati critici sulla morosità incolpevole e povertà
I temi principali attengono alle famiglie in povertà assoluta, al numero degli sfratti eseguiti nel capoluogo, alle risposte delle istituzioni a fronte di un problema in netta contrazione.
“L’allarme che da anni è lanciato dalla Cgil e dal Sunia trova un ulteriore conferma nei dati che recentemente ha reso noto il Ministero dell’Interno.
Complessivamente nel periodo che va dal 2021 (anno in cui viene eliminato il blocco degli sfratti) al 2023 il numero dei provvedimenti di sfratto emessi sono stati 3.434 e gli sfratti eseguiti 1.672. Ben il 90% delle procedure di sfratto riguarda la cosiddetta morosità incolpevole. Il totale delle famiglie in affitto nella nostra Regione rappresenta il 20% delle oltre 562mila famiglie residenti: 112mila nuclei per un totale di circa 330.000 persone coinvolte che rappresentano però il 49% di tutte le famiglie in povertà assoluta”.
Il disagio abitativo, lancia l’allarme il Sunia e la Cgil Abruzzo Molise, è aggravato dal fatto che “in un momento in cui cresce la povertà, per la stragrande maggioranza di queste famiglie viene meno il contributo per l’affitto e il contributo per la morosità incolpevole.
Senza adeguate risorse per sostenere gli inquilini più fragili la situazione abitativa in Regione rischia di diventare fuori controllo. Va ricordato che nelle due ultime Leggi di Bilancio, il Governo Meloni non ha rifinanziato né il Fondo per l’affitto né il Fondo per la morosità incolpevole, e anche nel recente Piano Strutturale di Bilancio 2025-2029 non c’è nessuna risorsa per tali priorità”.
A livello sociale infatti, resta centrale rimarcare che si tratta di “famiglie per le quali diventa difficile sopportare per esempio una spesa improvvisa e per le quali sta diventando difficile affrontare le ricadute della crisi energetica e del conseguente rincaro dei costi sia in termini di spese condominiali (aumentate del 40%) che per le utenze domestiche (+35%).
Secondo i dati dell’osservatorio italiano sulla povertà energetica, riscaldare adeguatamente l’abitazione è diventato un lusso per l’8% delle famiglie. E sono colpite maggiormente le famiglie con figli piccoli e anziani, e il maggior disagio e fragilità si riscontra soprattutto nelle aree interne della Regione e nella provincia di Pescara”.
- Dennis Spinelli