Sempre più spesso, purtroppo, risaltano sulle pagine della cronaca, episodi ripetuti di aggressioni verbali, ma soprattutto fisiche, nei confronti dei medici e del personale sanitario che quotidianamente è impegnato in prima linea nelle nostre cliniche ed ospedali per assistere al meglio malati e pazienti bisognosi.
Uno spiacevole fatto di questo tipo è purtroppo avvenuto anche martedì 13 agosto al Pronto Soccorso dell’ospedale “F. Renzetti” di Lanciano:
A testimoniarlo ci sono due lettere rivolte alla Direzione Medica del Presidio Ospedaliero di Lanciano, al Direttore Sanitario ed all’Ufficio Relazioni con il pubblico.
Tra le righe delle due missive è possibile ricostruire i fatti avvenuti intorno alle ore 2 del 13 agosto: “mentre sovrintendevo alle operazioni di assegnazione del codice priorità agli utenti del Pronto Soccorso – ha sottolineato uno dei medici presenti – venivo richiamato dall’intenso vociare di alcuni familiari dei pazienti in visita che si opponevano alle ripetute richieste della collega di sgomberare il corridoio prospiciente le sale visita del reparto.

Nel mentre mi univo alle richieste dei colleghi, per provvedere allo sgombero, sono stato aggredito verbalmente da una persona che s’opponeva alle nostre richieste, proferendo al mio indirizzo frasi come “io vado dove voglio” e con fare minatorio, puntava il dito contro di me, avvicinandolo a pochi centimetri dal mio volto. Successivamente sono state avvisate anche le Forze dell’Ordine.
Ma l’aggressione non si era ancora fermata visto che come sottolineato ancora dal dottore:
“alle polemiche si sono unite quelle di una congiunta (forse la moglie) che non intendeva comprendere la necessità di tenere sgombro il corridoio prospiciente le sale visita. Alla comprensibile volontà dei familiari dei pazienti di stare vicini ai propri cari troppo spesso si aggiungono comportamenti come quelli dell’altra notte, che oltre a minacciare l’incolumità del personale, minano anche il corretto svolgimento del nostro lavoro, causando spesso la paralisi del reparto, dove soprattutto in questi giorni gli accessi sono notevolmente aumentati.
“Non è più possibile subire l’arroganza di certi parenti, nonostante l’impegno costante e gli sforzi che quotidianamente facciamo affinché le cose vadano per il verso giusto”.
Successivamente il responsabile dell’aggressione, in seguito alle dimissioni della moglie si è scusato del suo comportamento, ma la gravità del gesto, purtroppo, difficilmente potrà essere cancellata.