ORTONA- La segreteria provinciale della Uil Fpl ha scritto una lettera aperta al governatore Marco Marsilio per segnalare la grave e reiterata inerzia delle Istituzioni regionali e delle amministrazioni comunali titolari del rilascio delle autorizzazione all’esercizio delle attività sanitarie riguardo alla situazione generale in cui versano le strutture sanitarie accreditate e, in particolare, quella della società Lido titolare degli accreditamenti per attività sanitarie di ricovero per anziani non autosufficienti e per disabili adulti.
“In questi ultimi anni – si legge nella lettera- si è permesso il verificarsi di situazioni intollerabili nel settore della sanità accreditata e nello specifico in quello della riabilitazione e delle RSA per anziani non autosufficienti e disabili adulti, che hanno messo e stanno mettendo a dura prova i dipendenti di diverse strutture nella Provincia di Chieti. Questa omessa vigilanza degli organi preposti sta determinando una spiacevole situazione che coinvolge circa 100 lavoratori a suo tempo dipendenti della società accreditata con la Regione, Lido S.r.l., per la gestione di strutture di anziani e disabili non autosufficienti nei comuni di Ortona e Crecchio. Nel caso specifico 100 lavoratori che da circa 2 anni non ricevono regolarmente lo stipendio nonostante prestino la loro opera puntualmente”.
Una protesta davanti alla struttura gestita dalla Lido
Nella missiva si spiega anche il perché di questa situazione riassumibile nel fatto che il denaro pubblico “che serve a ristorare il lavoro profuso dai dipendenti per contenziosi insorti tra le parti in causa, sono bloccati alla fonte da pignoramenti giudiziari che nulla attengono alle finalità per le quali queste somme sarebbero destinate. E’ francamente inaccettabile che un’istituzione che dovrebbe garantire e tutelare il bene comune con una rigorosa vigilanza sul rispetto delle regole sugli accreditamenti delle strutture private poiché finanziato con risorse di tutti i cittadini abruzzesi, possa, al contrario, consentire questa guerra tra società d’impresa giocata sulle spalle delle retribuzioni dei lavoratori e sul servizio sanitario che questi garantiscono. Ecco Presidente- si conclude la lettera- sarebbe encomiabile, da parte sua, che in un mondo dove nessuno più si scandalizza lei possa trovare un momento per un moto di indignazione e porre rimedio a questa sconcertante gestione di questo pezzo della sanità accreditata anch’essa degna di rispetto e attenzione al pari di quella cosiddetta pubblica”.