Leo Marongiu, suona la sveglia, e si interroga sulla rotta “Poco chiara” che sta prendendo la giunta Paolini Tres, fra tanti “ritorni” e poche novità.
“Un’altra puntata si è consumata questa mattina sulla Fiera di Lanciano, dopo la rinuncia ad accettare la designazione del comune da parte di Donato Di Fonzo“
E’ l’incipit del lungo post pubblico di riflessione, alla luce degli ultimi sviluppi sulla nomina all’ ente fiera di Lanciano, che Leo Marongiu, a capo del gruppo Pd in consiglio comunale, ex presidente dello stesso consiglio e candidato sindaco, ha pubblicato sulla sua pagina di confronto politico. Un luogo giovane e dinamico aperto ai cittadini, dove fra le altre cose si possono trovare anche info sulla vita della città. La giunta Paolini per certi versi è meno comunicativa e i social non sono particolarmente graditi al primo cittadino.
“Una situazione, scrive Marongiu senza mezzi termini, che ha un unico colpevole: il Sindaco Filippo Paolini che dall’inizio con idee strampalate e campate per aria ha ritenuto la Fiera come una proprietà privata di cui disporre per desiderata e pretese”.
Poi una minuziosa ricostruzione, passo per passo della vicenda che ha portato alla triste pagina finale de l 3 gennaio. Con un seriamente amareggiato Donato Di Fonzo il quale, nel corso una conferenza stampa, convocata in comune, senza darne comunicazione all’ancora presidente dell’Ente l’avvocato Alberto Paone, ha rinunciato alla nomina. “Troppo fango sulla mia persona”, ha detto Di Fonzo.
“Il 14 Ottobre, mentre il centrosinistra manifestava davanti al Renzetti contro lo spostamento della Dialisi (anche su questo il tempo è stato galantuomo sulla protesta), Sindaco e pezzi di Giunta sono alla presentazione della candidatura elettorale dell’allora Presidente della Fiera Donato Di Campli.
Per non affrontare la “patata bollente” della Fiera (ed oggi capiamo meglio il perché con tutto quello che apprendiamo dai social), il Sindaco propone le “dimissioni sospese”, teorizzando ossia la permanenza Donato Di Campli in carica fino alle elezioni: se dovesse essere eletto lascerebbe il posto ad un nuovo presidente, qualora invece non fosse così, resterebbe in carica”
La ricostruzione arriva al 9 novembre e alle dimissioni di Di Campli.
“L’ opposizione che fa? si chiede Marongiu, chiede conto di questo teatrino, incalza il Sindaco su questa condotta ipocrita e illegittima e porta il tema in consiglio comunale con una formale mozione.
Il Sindaco, costretto a ravvedersi sulle sue posizioni, in consiglio cerca un equilibrio disperato per evitare di far esprimere la propria nervosa e innervosita maggioranza sul tema.
Per la prima volta la maggioranza chiede una sospensione dei lavori d’aula per chiarirsi.
In Consiglio comunale non si da’ conto della riunione del Cda Fiera del 17 Novembre e si prende altro tempo con la questione ridicola della natura da accertare delle dimissioni.
Donato Di Campli, tuttavia e poche ore dopo, chiarisce anche a mezzo stampa la sua posizione.
Cambia dunque lo spartito e con una capriola il Sindaco dichiara che avrebbe provveduto dunque ad nuova nomina, come regolamento comunale prevede, pero’ rimarcando un punto che ritiene non negoziabile per il prossimo incaricato alla Fiera: la conferma di Bruno Di Ciano, assunto da interinale nei mesi scorsi e che in precedenza aveva un contenzioso aperto con la Fiera. (articolo il messaggero)
Era ed è questo allora il vero obiettivo di Paolini?
Inizia a circolare la possibilità di Donato Di Fonzo in quota FDI e subito dopo l’ex Assessore di Paolini, Marco Di Domenico, accusa Sindaco e maggioranza per quella che ritiene una cambiale elettorale con argomentazioni molto forti .
L’ opposizione chiede conto al Sindaco dei duri contenuti delle dichiarazioni di Di Domenico: il Sindaco non replica e butta la palla in calcio d’angolo, parlando di normale avvicendamento politico come è sempre accaduto, non potendo e volendo alimentare ulteriormente quella miscela esplosiva.
Arriva la nomina di Donato Di Fonzo, l’opposizione subito accusa il Sindaco di incoerenza rispetto a 13 anni fa quando lo stesso Sindaco Paolini tolse Di Fonzo dalla Fiera, tenendo tuttavia a rimarcare le “qualita’ umane” di Di Fonzo.
Cosa non si fa per galleggiare Sindaco?
Intanto Donato Di Fonzo rilascia dichiarazioni alla stampa “al miele” sulle critiche ricevute e si dice pronto a lavorare (29 dicembre) e subito si reca nei locali della Fiera, dove lo raggiungo, scrive sempre Marongiu, telefonicamente per augurargli buon lavoro, al netto delle dure perplessità politiche sull’operazione.
Arriviamo alle ultime ore, sui social escono altri risvolti inquietanti sulla storia di questa nomina in Fiera. Alla conferenza stampa il colpo di teatro: Donato Di Fonzo lascia nonostante le dichiarazioni di fine anno”
C’è evidentemente dell’altro come la possibilità che prosegua la polemica sui social sulle questioni interne al centrodestra ed al sistema Paolini tra prg, nomine, accordi, screenshot.
Il tutto, certo, scoperchiato dalla presa di posizione dell’opposizione contro le “dimissioni sospese” e poi con la mozione consiliare.
Sembra un castello di carta che si tiene in un precario equilibrio che qualcuno può spezzare a suon di cambiali elettorali da tirare fuori alla bisogna.
Quei “soli” 400 voti di scarto, conclude Marongiu, alle elezioni 2021, la Citta’ inizia a pagarli a caro prezzo in immobilismo, risse, questioni poco chiare, pretese e nomine ad personam”